Villa Adriana

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Villa Adriana: il Teatro marittimo e, sullo sfondo, la Biblioteca greca

Citazioni su Villa Adriana.

Ernesto Ragazzoni[modifica]

  • Brillarono qui mosaici che sembravano intarsii di gemme; qui furono tratti i marmi più preziosi d'Africa e d'Asia, venati come se dentro chiudessero arcobaleni, ed è da qui che furono divelte tantissime delle statue di dee, di numi e di ninfe che abitano ora i musei di Roma ed altri e che il passante guarda per dovere alzando la testa dai libri scritti in minuscoli caratteri, e rilegati in tela rossa.
  • Discendo, pel viale dei cipressi muti, mi tolgo dalla città sperduta, fatta di pietre morte, di grandi alberi, di erbe selvaggie, di rovi avviticchiaticci, dalla città di silenzio nel silenzio e che si chiama la Villa Adriana.
  • Ora, di tutti questi splendori di architetture non rimangono più che sparpagliati ossami, volte mozze che invano cercano le loro membra perdute, colonne scapitozzate, labirinti di gradinate corrose fra labirinti di muraglie sventrate, archi vuoti intorno a cui solo la fantasia può ricostruire la fisionomia degli edifici scomparsi, lastricati inabissati; ed ogni cosa assalita dalla libera e prepotente vegetazione della landa che tutto circonda.
  • V'ebbero reggie, basiliche, biblioteche, templi, fori, terme, musei, piscine, magazzini, parchi, terrazzi, caserme, prigioni, residenze e dimore per tutto un popolo di ospiti e di servi, e di servi di servi; di pretoriani, di donne, di intendenti, di mimi, di belluari quale poteva convenire al fasto di un padrone del mondo conquistatore, filosofo, artista e dissoluto.

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