Vittoria del Regno Unito

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La giovane Regina Vittoria,
Franz Xavier Winterhalter, 1842

Vittoria, in inglese Alexandrina Victoria (1819 – 1901), regina del Regno Unito.

Citazioni di Vittoria del Regno Unito[modifica]

  • Non ci interessano le possibilità di sconfitta.[1]

Citazioni su Vittoria del Regno Unito[modifica]

  • La regina Vittoria era bassa di statura e niente affatto elegante. Avea capelli castani e occhi azzurri, alquanto sporgenti. Il viso era ovale e il mento, come il naso, piccolo. La bocca un po' aperta mostrava qualche dente della mascella superiore. Coll'andar degli anni, l'espressione abituale della faccia divenne dura e scontenta. Ma da ragazza la Regina avea l'aspetto piacevole e la freschezza giovanile aggiungeva una grazia di più a quelle che i sudditi vedevan volentieri in lei. (Daniele Varè)
  • Prima di salire al trono, la principessa Vittoria dormì sempre in camera con la madre; non venne mai lasciata sola e non poteva conversare con alcuno, se non in presenza della madre o della governante. Persino quando scendeva le scale, era l'uso che qualcuno le tenesse la mano. Ragazzi della sua età non ne vedeva quasi mai. Non le furon dati libri che contenessero novelle divertenti o racconti delle fate; la letteratura scelta per la sua istruzione era in gran parte di carattere religioso, a base di sermoni. A questa pedanterìa d'educazione e all'ambiente esclusivamente femminile si deve forse la mancanza in lei di ogni senso ironico e di quella capacità a comprendere il punto di vista altrui, che proviene da un amabile cinismo. (Daniele Varè)
  • Una volta la Regina Vittoria chiese a un pianista di sonare per lei e per i suoi figli. La Regina era solita congedare gli artisti con qualche parola di ringraziamento o con un dono, ma quel pianista le era piaciuto in modo particolare. Lo pregò di suonare l'inno nazionale del suo Paese a cui apparteneva e, alle prime note, la Regina si alzò e rimase in piedi sino alla fine. Il vecchio pianista se ne andò con la gioia nel cuore. «M'ha regalato una spilla di brillanti» disse «ma l'aver reso onore all'inno nazionale del mio Paese è stato per me più prezioso dei brillanti.» (Orison Swett Marden)

Note[modifica]

  1. Ad Arthur James Balfour durante la "settimana nera" della guerra anglo-boera, dicembre 1899; citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Ettore Barelli e Sergio Pennacchietti, BUR, 2013. ISBN 9788858654644

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