Vittorio Corona

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Celletta con le ceneri di Vittorio Corona, Milano, "Laghetto Cinerario" del Cimitero di Lambrate

Vittorio Corona (1947 – 2007), giornalista italiano.

Citazioni su Vittorio Corona[modifica]

Fabrizio Corona[modifica]

  • Calciatore, portiere, attore. Giornalista, cantante, presidente del consiglio, oggi so che posso essere tutto. E sapete perché? Perché sono il figlio di Vittorio Corona. Vittorio Corona è figlio di Aurelio Corona, capocronista del quotidiano «La Sicilia» e nipote di Gaetano Emanuel Calì, compositore siciliano la cui statua campeggia a Villa Bellini, a Catania. Non potete immaginare quante volte io e Francesco ci siamo messi sotto la statua per vedere chi gli somigliasse di più. Mio fratello ci portava le ragazze: «Questo è il mio bisnonno» diceva «mi adorava» (nessuna che avesse mai controllato la data di morte del musicista e constatato l'impossibilità che questi avesse conosciuto il suo bisnipote. La statua nel parco rappresentava prima di tutto una responsabilità. Ciascuno di noi aveva il dovere di mantenere alto il buon nome della famiglia. Mio nonno lo aveva fatto, ora toccava a mio padre (dopo, molto dopo, sarebbe toccato a noi).
  • Mio padre inizia la sua carriera di giornalista presso «La Sicilia», occupandosi di cronaca nera. Intelligente, coraggioso, grande intuito, dicono di lui i colleghi di allora. A vent'anni sposa mia madre Gabriella, siciliana pure lei, da cui ha tre figli: Francesco, me e Federico. Viviamo a Catania, dove cresciamo e andiamo a scuola. L'estate la trascorriamo ad Aci Trezza, paese natale di mio padre. Nel 1981 va a lavorare alla Telecor, emittente privata, che abbandona appena scopre che il proprietario è colluso con la mafia. Amareggiato, capisce che non è possibile combatterla sul campo. Decide allora di andare a Milano, nonostante l'opposizione di suo padre: «Se te ne vai, non contare più su di me». Lui parte, lasciando la famiglia a Catania, con mia madre incinta di Federico. L'idea è di farci trasferire una volta che si sia sistemato. Non è detto che le cose vadano bene però, mio padre lo mette in conto, e se sarà così, farà ritorno a casa. Ecco un'altra sua qualità: non temere le sconfitte. Mille volte si cade e mille volte ci si rialza.
  • A Milano le cose vanno molto meglio del previsto: caporedattore di «Novella 2000», poi vicedirettore di «Annabella», quindi direttore di «Grazia». In pochi anni fa carriera. Nell'ambiente tutti lo conoscono e lo stimano. Ma la vera svolta arriva con la proposta della Nuova Eri, casa editrice della Rai: fondare un mensile di moda. Così crea «Moda» e, dopo qualche anno, «King». Questo è stato Vittorio Corona fino a ora, alla festa di «Moda» a Palazzo Reale, dove guarda tutti dall'alto della scalinata, come da fuori, come fosse già morto, e pensa: «Tutto questo l'ho creato io». Li benedice dall'alto. Come un re, come un dio. Perché questo mondo senza di lui non ci sarebbe.

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