Wilhelm Heinrich Wackenroder
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Wilhelm Heinrich Wackenroder (1773 – 1798), scrittore e giurista tedesco.
Citazioni di Wilhelm Heinrich Wackenroder
[modifica]- Ah! Questa incessante, monotona alternanza di mille notti e giorni, ché tutta la vita dell'essere umano e tutta la vita dell'intero mondo altro non è che un continuo e bizzarro gioco a scacchi in campo bianco e nero, dove però alla fine non vince nessuno tranne la morte incresciosa, tutto questo potrebbe far impazzire in alcuni momenti. Ma nel deserto di rovine, su cui la nostra vita viene frantumata, bisogna farsi largo con braccia coraggiose e tenersi con forza all'arte, grande e durevole, che raggiunge l'eternità superando ogni cosa, che ci offre dal cielo una mano luminosa, in modo che ci sia possibile librarci, stando temerariamente sospesi sugli abissi deserti, tra cielo e terra![1]
- Il paragone è un pericoloso nemico del godimento artistico; anche la più sublime bellezza dell'arte esercita su di noi, come essa deve, il suo pieno effetto solo se il nostro occhio non si posa contemporaneamente di fianco su un'altra bellezza. Il Cielo ha distribuito i suoi talenti tra i grandi artisti della terra in maniera tale, che noi siamo proprio costretti a restare in silenzio davanti a ognuno di essi e a offrire a ciascuno la parte della nostra ammirazione che gli spetta.[2]
- L'arte è una lingua di tutt'altra specie della natura, ma anch'essa ha la caratteristica di esercitare, per vie analogamente oscure e misteriose, una straordinaria forza sul cuore dell'uomo.[3]
Citazioni su Wilhelm Heinrich Wackenroder
[modifica]- All'intima vita dei romantici pur partecipava un altro tenerissimo e delicatissimo spirito, il Wackenroder, destinato pur lui a tragittare rapido, soffio che veemente spira e cessa col primo turbine. Partecipava coi fremiti del cuore, infinitamente più che col vibrare della mente, non usa alla speculazione propria, originale, alla profonda e divina calma meditatrice. Al grave concento mesceva la sua nota individuale, tutta dolcezza e soavità. Natura di Beato Angelico, «nur für das Seligste erkoren», come lo celebrava il Tieck, era nato per esaltarsi e adorare, perduto nella sua contemplazione mistica. (Arturo Farinelli)
- Sensibile, malaticcio, sacrato alla morte appena sbocciato alla vita, era come consunto dai rapidi entusiasmi che comunicava agli amici. Chiaroveggente, di percezione finissima, nocque alla sua produzione l'intimità soverchia, il sogno che ravvolgeva, e gli era come velo al pensiero. A nessuna spiaggia approda. Appare come esiliato da questa terra. Ritrova nell'immaginazione i lontani lidi, e le età lontane, in cui la vita del cuore era più intensa, più fervido l'aspirare a Dio, più profonda e accesa di divino ardore l'arte, più cavallereschi apparivano i costumi. (Arturo Farinelli)
Note
[modifica]Bibliografia
[modifica]- Wilhelm Heinrich Wackenroder, Opere e lettere. Scritti di arte, estetica e morale in collaborazione con Ludwig Tieck, a cura di Elena Agazzi, traduzione di Elena Agazzi, Federica La Manna e Andrea Benedetti, Bompiani, Milano, 2014. ISBN 9788858768143
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