William Edward Burghardt Du Bois

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W.E.B. Du Bois, 1946

William Edward Burghardt Du Bois, spesso indicato semplicemente come W.E.B. Du Bois, o DuBois (1868 – 1963), attivista, storico, scrittore, editore e poeta statunitense.

Citazioni di William Edward Burghardt Du Bois[modifica]

  • Formeremo uomini solo se assumiamo a oggetto del lavoro nelle scuole la condizione stessa degli esseri umani – l'intelligenza, la sostanziale solidarietà, la conoscenza del mondo e le relazioni che gli uomini intrattengono con esso – è questo il curricolo di quell'Alta Formazione su cui si devono costruire le fondamenta di una vita reale.[1]
  • Giuseppe Stalin è stato un grande uomo; pochi altri uomini del ventesimo secolo si avvicinano alla sua levatura. Era semplice, calmo e coraggioso. Raramente perdeva il suo equilibrio; ponderava lentamente i suoi problemi, prendeva le sue decisioni in modo chiaro e deciso; non cedeva mai all'ostentazione né si tratteneva timidamente dal mantenere con dignità il suo legittimo posto. Era il figlio di un servo ma rimaneva calmo di fronte al signore senza esitazione o nervi. Ma anche - e questa era la prova più alta della sua grandezza - conosceva l'uomo comune, sentiva i suoi problemi, seguiva il suo destino.
Joseph Stalin was a great man; few other men of the 20th century approach his stature. He was simple, calm and courageous. He seldom lost his poise; pondered his problems slowly, made his decisions clearly and firmly; never yielded to ostentation nor coyly refrained from holding his rightful place with dignity. He was the son of a serf but stood calmly before the great without hesitation or nerves. But also—and this was the highest proof of his greatness—he knew the common man, felt his problems, followed his fate.[2]
  • I ciechi adulatori della Mediocrità che gridano allarmati: queste sono eccezioni, guardate qui morte, disastri e crimine – sono loro la regola compiaciuta![3]
  • Il paradosso centrale del Sud: la separazione sociale delle razze.[4]
  • Il problema del XX secolo è la discriminazione sulla linea del colore.
The problem of the twentieth century is the problem of the color line.[5]
  • Lo schiavo fu liberato; rimase per un breve momento al sole; poi tornò verso la schiavitù.[6]
  • Non abbiamo diritto a stare in disparte in silenzio mentre si gettano i semi di un raccolto di disastro per i nostri bambini, neri e bianchi.[7]
  • Non mi interessa [...] l'arte che non venga usata per la propaganda. Ma mi preoccupo quando la propaganda è confinata da un lato, mentre l'altro lato è spoglio e muto.[8]
  • Si percepisce sempre questa dualità, americano, negro; due anime, due pensieri, due lotte inconciliabili.[9]

Note[modifica]

  1. Da The Talented Tenth, in The Negro Problem, New York, 1903. Citato in Enrica Rigo, Lezioni di Razza, il manifesto, 21 gennaio 2009.
  2. Citato in On Stalin, Marxists.org.
  3. Citato in Enrica Rigo, Lezioni di Razza, il manifesto, 21 gennaio 2009.
  4. Citato in AA.VV., Il libro della sociologia, traduzione di Martina Dominici, Gribaudo, 2018, p. 71. ISBN 9788858015827
  5. Da To the Nations of the World, discorso per la conferenza pan-africana, Londra, 1900. Queste parole si trovano anche in The Souls of Black Folk, 1903, cap. II: "Of the Dawn of Freedom".
  6. Citato in AA.VV., Il libro della black history, traduzione di Roberto Sorgo, Gribaudo, 2022, p. 219. ISBN 9788858041147
  7. Citato in Enrica Rigo, Lezioni di Razza, il manifesto, 21 gennaio 2009.
  8. Citato in AA.VV., Il libro della black history, traduzione di Roberto Sorgo, Gribaudo, 2022, p. 243. ISBN 9788858041147
  9. Citato in AA.VV., Il libro della black history, traduzione di Roberto Sorgo, Gribaudo, 2022, p. 220. ISBN 9788858041147

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