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William Saroyan

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William Saroyan nel 1940

William Saroyan (1908 – 1981), scrittore e drammaturgo statunitense di origine armena.

Citazioni di William Saroyan

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  • [Ultime parole] Ognuno deve morire, è vero, ma io ho sempre pensato che sarebbe stata fatta un'eccezione nel mio caso. E ora, che succede?
Everybody has got to die, but I have always believed that an exception would be made in my case. Now what?[1]

Che ve ne sembra dell'America?

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  • Leggere fa l'uomo completo, scrivere lo fa preciso [...]. (Settantamila assiri; 1998, p. 21)
  • Posso amare un onesto idiota, ma non posso amare un genio disonesto. (Me stesso sulla terra; 1998, p. 41)
  • [...] un uomo non comincia a vivere se non comincia a morire. (Il mondo e il teatro; 1998, p. 107)
  • Io non so per quale ragione quel meraviglioso desiderio e altri del genere si manifestano pur sempre in una vita nuova, mentre l'esperienza ha dimostrato da un pezzo la futilità loro e il loro pericolo, ma è certo che continuano a manifestarsi per una ragione o un'altra, e ho quasi idea che siano universali, ed eterni, inevitabili di ogni vita che si forma, poi lentamente o rapidamente messi via, secondo i casi, in quanto non ad altro conducono che a dolore, dolore, o alla morte, e mai alla grandezza che pur svegliano dentro e che chiedono, vogliono, forse perché, nella natura delle cose, noi siamo, dopotutto, piccoli e deboli, e troppo facilmente ci adattiamo alla terra, accettiamo le limitazioni della mortalità. (Al calar del sole; 1998, pp. 162-163)
  • La cosa più importante in una ragazza è l'odore che fa. (Avviso a chi vuol lavorare nelle pompe funebri; 1998, p. 203)
  • Se un uomo grande e grosso vi dice qualche impertinenza e voi sapete di non poterlo stendere a terra con un solo colpo, bene, rispondetegli civilmente e in nove casi su dieci quello se ne andrà per i fatti suoi e lascerà voi ai vostri.
    Ricordatevelo sempre.
    Ma non sempre, si capisce, il trucco funziona. Ogni regola ha le sue eccezioni.
    Pat Hogan, il telegrafista, fu un'eccezione. (Avviso a chi vuol lavorare nelle pompe funebri; 1998, p. 206)

Il mio cuore negli altipiani

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  • Il massimo possibile della felicità è sapere che non è indispensabile essere felici.

Incipit di alcune opere

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La belva bianca

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L'universo in silenzio.[2]

La commedia umana

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Il piccolo Ulisse Macauley stava un giorno tutto intento ad osservare il nuovo buco di talpa, che c'era nel giardinetto dietro casa, a Santa Clara Avenue, in Itaca, cittadina della California. La talpa di questo nuovo buco buttava fuori gran quantità di terriccio fresco e spiava il ragazzino, che era certamente un estraneo, ma non forse proprio un nemico.

La tigre di Tracy

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Thomas Tracy aveva una tigre.
Veramente era una pantera nera, ma questo non ha importanza, dato che lui credeva fosse una tigre.[2]

Ti voglio bene, mamma!

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Mamma Bella uscì dal bagno con addosso solo quel tanto da coprire un po' una ragazza grande e disse: «Che ore sono adesso?»[2]

Note

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  1. Citato in Roy B. Zuck, The Speaker's Quote Book: Over 5,000 Illustrations and Quotations for All Occasions, Kregel Academic, 2009, p. 126. ISBN 0825441668
  2. a b c Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, Incipit, Skira, 2018. ISBN 9788857238937

Bibliografia

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  • William Saroyan, Che ve ne sembra dell'America?, traduzione di Elio Vittorini, Mondadori, Milano, 1998. ISBN 8804453591
  • William Saroyan, La commedia umana, a cura di Marcello Morpurgo, Mondadori, 1974.

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