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Wu Ming 2

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Wu Ming 2, pseudonimo di Giovanni Cattabriga (1974 – vivente), scrittore italiano.

Citazioni di Wu Ming 2

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  • Considero [...] i tre elementi che ho evidenziato – essenzialità, umorismo e selvatico – quanto di più originale e innovativo ha da offrirci questo libro [Walden], anche nel caso li considerassimo separati.
    L'essenzialità, come indagine sul proprio stile di vita, di consumo e di pensiero, è all'ordine del giorno per tutte quelle persone che hanno bisogno di un altro mondo, che lo ritengono possibile, che considerano necessario iniziare a costruirlo subito, adesso, a partire dalle scelte di ciascuno. Sicuri che queste scelte, se nascono dal cuore e dallo stomaco, sono destinate a confluire.
    Lo humour, preso in sé, è l'unica valida alternativa agli stili retorici dominanti: l'apocalisse e l'ironia, che avvolge e raffredda qualsiasi discorso, arte di non mostrarsi mai coinvolti, sempre distaccati, per poter restare in bilico e decidere all'ultimo se farsi prendere sul serio. L'umorismo non lascia scampo a questo atteggiamento: chi osserva finisce osservato; chi vorrebbe sfiorare la superficie rimane sommerso; chi amerebbe giocare con la contraddizione se la ritrova negli occhi. Senza mai perdere la leggerezza.
    Infine, quella del selvatico è una prospettiva ancora piuttosto inusuale nel nostro rapportarci con la Natura. Da una parte la "difesa dell'ambiente", perfettamente giusta e auspicabile in quanto tale, ci ha condannati a una perenne nostalgia di purezza; dall'altra, "amore per la Natura" è diventato uno slogan, un atteggiamento condiviso ma svuotato di senso. Grazie a questo libro possiamo tornare a percepire la Natura come una vibrazione selvaggia, che si propaga allo stesso modo da vette incontaminate o prati suburbani, per risuonare dentro ciascuno di noi, a metà strada tra lo stomaco e il cuore.[1]
  • Il romanzo storico è un invito a ragionare proprio sul significato degli eventi, sui tanti e differenti sentieri linguistici che imbocchiamo per attingere i fatti della Storia. Mentre lo stereotipo, la vulgata storica infarcita di cliché, cerca in tutti i modi di negare la distanza tra il proprio discorso e i fatti, il romanzo storico esalta quella distanza, la moltiplica, la mette sotto gli occhi del lettore e lo invita a percorrerla. O per lo meno: dovrebbe farlo, se davvero vuole proporsi come alternativa alla master fiction, ma non nel senso di verità alternativa che la sostituisce, monumento al posto del monumento; alternativa nel senso che racconta altrimenti, con altre modalità, senza cercare false consolazioni o verità di comodo.[2]

Incipit di Guerra agli umani

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L'auto arrampica nervosa le prime curve. Fari abbaglianti scavano il buio. Asfalto sale tra i castagni, sei chilometri oltre il paese. La strada di servizio per il ripetitore di Colle Torto.

[Wu Ming 2, Guerra agli umani, Einaudi, 2014. ISBN 88-06-16276-4]

Note

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  1. Da Il metodo «Walden», introduzione a Henry David Thoreau, Walden, traduzione di Salvatore Proietti, Donzelli, 2005. ISBN 9788879899550
  2. Dall'intervista di Federico Bertoni, Cinque domande su letteratura e storia, transpostcross.it, 2014.

Voci correlate

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Altri progetti

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