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Romanzo storico

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Le Noir Faineant nella cella dell'eremita (J. Cooper senior, 1886)

Citazioni sul romanzo storico.

  • Chi colloca il romanzo storico in una categoria a parte dimentica che il romanziere si limita a interpretare, valendosi di procedimenti del suo tempo, un certo numero di fatti passati, di ricordi, coscienti o no, personali o no che sono tessuti della stessa materia della storia. Guerra e pace, tutta l'opera di Proust, che cosa sono se non la ricostruzione d'un passato perduto? [...] Ai tempi nostri, il romanzo storico, o quello che per comodità si vuol chiamare così, non può essere che immerso in un tempo ritrovato: la presa di possesso di un mondo interiore. (Marguerite Yourcenar)
  • È egli vero che il romanzo storico si proponga di farci conoscere un'epoca? Ma niente ci è che sia più repugnante alla natura della poesia.
    La poesia è messa tra due estremi, tra la scienza e la storia, cioè tra l'idea e il fatto. L'idea ed il fatto separatamente presi sono due astrazioni; ciò che esiste è l'idea vivente, l'idea fatto. Ma l'idea non si realizza tutta nel fatto; considerata nella sua purezza ella si presenta a noi come tipo o esemplare, di cui non vediamo tutti i caratteri effettuati nel reale. Di qui il bisogno di una terza cosa – la poesia, la quale opera la conciliazione fra i due termini, trasformando il reale, spogliandolo di ciò che ivi è repugnante o indifferente, e conformandolo con l'idea; cioè a dire idealizzando il reale. Così la poesia trasforma l'idea in ideale ed il corpo in fantasma o idolo. Ciò posto, in che modo la poesia potrebbe proporsi per iscopo di rappresentare il reale? Gli è un domandarle che rinneghi se stessa; gli è come dire all'acqua: – Io ti permetto che tu mi caschi su, ma col patto che non mi bagni –. Il romanzo storico non può dunque avere per iscopo la conoscenza della storia. Che cosa è dunque? È la storia trasformata dall'arte, la storia idealizzata, come sono sempre stati soliti di fare i poeti. (Francesco De Sanctis)
  • Ecco, se dovessi tentare a ogni costo la proposta di una cartina di tornasole per un buon romanzo storico, direi che la nostra reazione dovrebbe essere: «Forse questo personaggio non è mai esistito, ma avrebbe meritato di esistere; esso ci permette di capire meglio, se vogliamo, quel periodo, ma ci consente anche di ignorarlo e di riflettere su noi stessi». Così il buon romanzo storico è scritto sempre al presente. (Umberto Eco)
  • Il romanzo storico è un invito a ragionare proprio sul significato degli eventi, sui tanti e differenti sentieri linguistici che imbocchiamo per attingere i fatti della Storia. Mentre lo stereotipo, la vulgata storica infarcita di cliché, cerca in tutti i modi di negare la distanza tra il proprio discorso e i fatti, il romanzo storico esalta quella distanza, la moltiplica, la mette sotto gli occhi del lettore e lo invita a percorrerla. O per lo meno: dovrebbe farlo, se davvero vuole proporsi come alternativa alla master fiction, ma non nel senso di verità alternativa che la sostituisce, monumento al posto del monumento; alternativa nel senso che racconta altrimenti, con altre modalità, senza cercare false consolazioni o verità di comodo. (Wu Ming 2)
  • L'arte semidimenticata della letteratura storica è un'arte molto elevata. Il romanzo storico è il legittimo discendente della grande epopea. Esso libera colui che vi lavora con onestà dal suo presente che è tutto statico, lo solleva al di sopra di sé, gli conferisce la sensibilità del divenire infinito, gli insegna a comprendere il proprio tempo come un fatto dinamico. (Lion Feuchtwanger)
  • Nel romanzo storico, il soggetto principale è tutto dell'autore, tutto poetico, perché meramente verosimile. E l'intento e lo studio dell'autore è di rendere, per quanto può, e il soggetto, e tutta l'azione, tanto verosimile relativamente al tempo in cui è finta, che fosse potuta parer tale agli uomini di quel tempo, se il romanzo fosse stato scritto per loro. (Alessandro Manzoni)
  • Non ho mai pensato che si possa veramente scrivere un romanzo storico, per la contraddizione insita nei termini stessi. Il romanzo è un discorso fatto, anzitutto, con se stessi. Poi lo si può proiettare in un tempo storico definito, su uno sfondo storico, e persino usare personaggi storici come interpreti delle proprie esperienze. (Laura Mancinelli)
  • Uffizio del romanzo storico non è già supplire alla storia; ma è raccattare le minute parti di vero dalla musa storica disdegnate, per rendere più evidenti i grandi fatti storici, illustrandoli con la luce della fantasia, e commentandoli in modo che più cospicua ne apparisca l'intima moralità, e n'escano scintille d'affetto. (Niccolò Tommaseo)

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