Zehra Doğan

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Zehra Doğan nel 2017

Zehra Doğan (1989 – vivente), giornalista e artista curda con cittadinanza turca.

Citazioni di Zehra Doğan[modifica]

  • Il mondo patriarcale vomita le sue guerre su di noi, impone le sue discriminazioni di genere, sociali ed economiche. La guerra che sta conducendo contro di noi non è una semplice guerra dei sessi, di dominio, è anche una guerra ideologica, che detta ancora regole sul modo di comportarsi, di vestirsi, di essere belli, di praticare il sesso, di procreare. Ma le donne lottano. Sono, in diversi angoli del mondo, su più fronti, ma è una lotta. Dobbiamo porre fine al dominio perpetuato dal capitalismo, oltre che dal patriarcato. In Kurdistan il posto delle donne è molto diverso. Perché c’è una resistenza come quella del Rojava, e sono le donne che stanno in prima linea. È la prima volta in Medio Oriente che una rivoluzione è guidata dalle donne.[1]
  • Penso che leggendo tutti i giorni quasi trecento pagine, discutendo e riflettendo, attestiamo in qualche modo la "vittoria delle volontà". Penso che in galera si riveli una verità sulla vita, che ho il dovere di esprimere attraverso le mie azioni e l'esercizio del pensiero. Per un momento ho avuto paura che nell'oscurità assoluta creata dai muri attorno a me, strappata dalle mie radici, avrei finito per abituarmi a questa situazione, e avrei accettato la persecuzione inflittami. […] È più facile liberarsi della prigione nel suo aspetto concreto che distoglierne il proprio io. Per tutte le ventiquattro ore bisogna cimentarsi in questa lotta interiore. E questa lotta libera i pensieri. Si ingaggia un combattimento costante per la propria vita. E si impara a restare dritte, in piedi, a testa alta, davanti a questo potere annichilente.[2]

Citazioni su Zehra Doğan[modifica]

  • Ma non c'è bisogno di stare dove cadono le bombe per essere in guerra, è sufficiente vivere in un paese con un regime autoritario per ritrovarsi nei panni del nemico, come ci insegna l'esperienza di Zehra Dogan giornalista e artista curda, finita dietro le sbarre per tre anni, solo per avere realizzato un dipinto che non è piaciuto al presidente turco Erdogan. (Tiziana Ferrario)

Note[modifica]

  1. Da Prigione numero 5, Edizioni Becco Giallo; citato in Francisco Soriano, Zehra Dogan: dipingo dunque lotto, carmillaonline.com, 5 agosto 2021.
  2. Da Avremo anche noi dei bei giorni: scritti dal carcere, traduzione di Manuela Maddamma, postfazione di Elettra Stamboulis, Fandango 2022, pp. 35-36. ISBN 978-88-6044-812-5. Citato in Carolina Pernigo, "Avremo anche noi dei bei giorni". Le lettere di Zehra Doğan a Naz Öke, dalle carceri di Tarso e Diyarkabir, criticaletteraria.org, ottobre 2022.

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