Madrigale

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Citazioni sul madrigale.

  • Come tutte le forme toccate dalla mano fatata del Petrarca, il madrigale fu largamente usato dai nostri lirici dei secoli XV e XVI, presso i quali conservò sempre un ricordo della sua origine campagnuola, poiché essi avevano l'occhio ai madrigali del cantore di Laura, che in tutti i suoi pose, come osservò il Dolce[1], o erbe o acque o cose che a ville e solitari luoghi si appartengono. (Tommaso Casini)
  • Il Madrigale o, come costantemente dissero gli antichi, mandriale, fu nelle sue origini una forma di canto popolare, anzi, più precisamente, rustico e villereccio ; e fu cosi detto perché uscito dalle mandre, per esser cioè un componimento pastorale e campagnuolo: ciò è attestato con ammirabile concordia dalla maggior parte dei nostri antichi trattatisti, coi quali si accordano i più autorevoli filologi moderni. (Tommaso Casini)
  • Se una genuina attenzione ai madrigali del Cinquecento s'è risvegliata nel tempo nostro, la ragione è da riporre nella natura formale di questo brevissimo tra i carmi lirici, che nei suoi più illustri esemplari addensa la stessa virtù di concentrazione (specie di radium lirico), il medesimo sforzo di una poesia senz'altro oggetto che la fluida virtualità della poesia stessa, innanzi che la sua «idea platonica» prenda corpo nel sentimento di un verbo; la stessa esigenza, vera o presunta, di una espressione assoluta, ridotta e serrata all'unico nucleo, senza poter contare sull'appoggio allusivo di lontani versi antecedenti o susseguenti che la rafforzino e la approfondiscano: quei caratteri, insomma, che i moderni lungamente predilessero nelle lettere contemporanee. (Francesco Flora)

Note[modifica]

  1. Osservationi della volgar lingua. Venezia, 1566, pag. 227. [N.d.A.]

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