Oppio
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Citazioni sull'oppio.
- E con tutto che sienvi taluni, i quali estimano persuadere ai creduli tutta la virtù de' narcotici, in ispecie dell'oppio, dipendere da arte propria, soltanto ad essi loro conosciuta; non v'avrà persona, la quale giudicando per la sperienza, e sovente adoperando e il semplice oppio, quale cel dà la natura, e i suoi preparati, non comprenda esistere fra essi differenza veruna, e tutti doversi suoi effetti ammirandi a propria bontà natia, anziché ad arte d'uomo straordinaria. Che anzi egli è l'oppio in mano di prudente sì necessaria cosa in medicina, che senza esso male ella n'andrebbe, e potresti dire zappicasse. Chi però saprà maneggiarlo a dovere, opererà cose maggiori d'assai di quello, possa mai altri da un solo rimedio aspettare. E incolto mostrerassi grandemente colui, il quale creda l'oppio soltanto convenevole a conciliar sonno, a sedare dolori, ad arrestare diarrea. Egli a guisa della spada delfica è rimedio prestantissimo, a infinite altre cose appropriato; vo' dire quasi l'unico cardiaco finora nella natura delle cose discoperto. (Thomas Sydenham)
- L'oppio è ormai la religione dei popoli. (Ennio Flaiano)
- L'Oppio, il terribile e benedetto mediatore della voluttà, distrugge gli organi e i sensi. Bisogna che rinuncino anche all'appetito e a quel gradevole senso di stanchezza che è l'appannaggio dei bravi borghesi. Gli occhi lacrimano spesso e nelle orecchie s'annida un continuo ronzio. Gli oggetti, gli uomini e le lettere dell'alfabeto assumono contorni vaghi e incerti. Le parole e i suoni vagano in un disordine caotico attraverso i complessi meccanismi dell'organo uditivo. (Géza Csáth)
- L'oppio induce altri effetti [rispetto all'LSD]: per esso, il pensiero raccoglie nel suo punto più alto l'unica differenza, rigettando il fondo lontanissimo, e togliendo all'immobilità il compito di contemplare, e di chiamare a sé, mimandola, la bestialità; l'oppio assicura un'immobilità senza peso, uno stupore di farfalla fuori della rigidità catatonica; e lontanissimo, al di sotto di essa, dispiega il fondo, un fondo che non assorbe più bestialmente tutte le differenze, ma le lascia sorgere e scintillare come tanti avvenimenti infimi, distanziati, ridenti ed eterni. (Michel Foucault)
- O giusto, misterioso e potente oppio che ai cuori dei poveri e dei ricchi, senza differenza, per le ferite insanabili e per le pene «che tentano lo spirito alla rivolta», porti un balsamo di pace! Oppio eloquente, che con la tua stringente retorica blandisci i propositi dell'ira: e al colpevole restituisci per una notte le speranze della gioventù, purificando le sue mani insanguinate; e all'orgoglioso un breve oblio «dei torti non riparati e degli insulti invendicati»; che chiami al tribunale dei sogni, per il trionfo dell'innocenza che soffre, le tue false testimonianze; e confondi gli spergiuri; e rovesci le sentenze dei cattivi giudici; tu susciti dal grembo delle tenebre, con le fantastiche immagini del cervello, templi e città che superano l'arte di Fidia e di Prassitele, superano gli splendori di Ecatompile e di Babilonia: e «dall'anarchia di un sonno pieno di sogni» chiami alla luce del sole i volti di beltà da gran tempo sepolte e le dilette sembianze dei familiari, purificate dal «disonore della tomba». Tu solo dai questi doni all'uomo, e tu hai le chiavi del Paradiso, o giusto, misterioso e potente oppio! (Thomas de Quincey)
- L'oppio infatti (come l'ape che trae alimento per la cera dalla rosa come dalla fuliggine dei camini) ha la capacità di sottomettere tutti i sentimenti e di accordarli col suo diapason.
- L'oppio, quindi, non genera, obbligatoriamente l'inattività o il torpore, poiché al contrario spingeva il nostro sognatore nei luoghi più brulicanti della vita quotidiana. I teatri ed i mercati non sono necessariamente le ossessioni privilegiate di un oppiomane, specialmente quando si trova in uno stato di perfetto godimento. La folla allora è per lui opprimente, la stessa musica ha caratteristiche di sensualità grossolana. Cerca piuttosto la solitudine e il silenzio, condizioni indispensabili alle estasi e alle profonde fantasticherie.
- Tutti i seguaci dell'oppio sanno infatti, che, prima di raggiungere un certo livello di assuefazione, si può sempre ridurre la dose senza difficoltà, perfino con piacere, ma che, una volta superato quel punto, ogni riduzione provoca intensi dolori. Perché dunque non consentire ad una momentanea prostrazione di pochi giorni? Non c'è prostrazione, non in questo consiste il dolore. La diminuzione dell'oppio aumenta, al contrario, la vitalità, il polso va meglio, la salute anche, ma ne deriva una spaventosa irritazione dello stomaco, con sudori abbondanti e malessere generale che nasce dalla perdita di equilibrio tra energia fisica e salute mentale. È facile infatti capire come il corpo, parte terrena dell'uomo che l'oppio aveva vittoriosamente resa ad una pacifica, perfetta sottomissione, voglia riprendere il sopravvento, mentre l'impero della mente, fino ad allora sola favorita, si trova sminuito in ugual misura. si tratta di ristabilire un equilibrio spezzato che non può reintegrarsi senza entrare in crisi.