Cesare Prandelli

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Cesare Prandelli (2012)

Cesare Prandelli (1957 – vivente), allenatore di calcio ed ex calciatore italiano.

Citazioni di Cesare Prandelli[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • [Sulla partita Italia-Serbia sospesa causa disordini degli ultrà serbi] C’è grande delusione, amarezza, c’erano tanti bambini che volevano vedere uno spettacolo, e non hanno potuto farlo. Mai vissuta un’esperienza così. I giocatori sono stati aggrediti dai tifosi sul pullman. Il portiere era nel nostro spogliatoio, tremava, aveva paura non solo anche per stasera, anche in vista del ritorno in patria. Gli ultrà sembravano organizzati, sembrava che avrebbero fatto di tutto per non far giocare la partita. Secondo i giocatori serbi questo era il loro obiettivo.[1]
  • [Su Sebastian Giovinco] Se un giocatore con quelle caratteristiche fisiche arriva in Serie A, vuol dire che ha una grinta tale che può scalare le montagne.[2]
  • L'omofobia è razzismo, è indispensabile fare un passo ulteriore per tutelare tutti gli aspetti dell'autodeterminazione degli individui, sportivi compresi.[3]
  • Nel mondo del calcio e dello sport resiste ancora il tabù nei confronti dell'omosessualità, mentre ognuno deve vivere liberamente sé stesso, i propri desideri e i propri sentimenti. Dobbiamo tutti impegnarci per una cultura dello sport che rispetti l'individuo in ogni manifestazione della sua verità e della sua libertà.[3]
  • [Sulle reazioni scaturite in seguito alla sua prefazione al libro di Alessandro Cecchi Paone] Mi stupisce quando fa clamore una notizia che non dovrebbe essere notizia. Quando uno parla d'amore, quando si parla di sentimenti, ogni persona deve avere il diritto di amare chi vuole. Il mondo del calcio non è fuori dalla società, non è fuori dal mondo, ma è nel mondo, quindi quello che ho detto su certi argomenti, rientra nella normalità. Quando c'è sentimento, quando c'è amore, non bisogna avere paura dei propri sentimenti e bisogna rispettare ogni forma d'amore.[4]
  • [Su Andrea Pirlo] Mi ha colpito come ha battuto il rigore ma, soprattutto, quello che ha detto dopo. Il fatto di aver capito che tirando il rigore in quel modo avrebbe smontato gli inglesi mi ha entusiasmato. Io non ci sarei mai arrivato. Si vede che è un campione anche da queste sfumature che alla fine sono fondamentali.[5]
  • Due anni fa, quando cominciò la mia avventura azzurra, andai a vedere un Inter-Roma di Supercoppa e in campo c'erano due soli italiani. Capite?[6]
  • [Su Antonio Conte] Ha avuto dieci mesi di squalifica per omessa denuncia, mica vorreste dargli l'ergastolo? Io, nelle dichiarazioni estive[7], mi riferivo a chi vende e compra le partite, non certo a chi viene accusato di omessa denuncia che è un tema delicato: tutti potremmo in qualche modo essere coinvolti per dei sentito dire del passato, quindi ci vuole molta attenzione nel giudicare.[8]
  • [Su Mario Balotelli] I giovani hanno voglia di sognare e lui in certi momenti sa fare sognare. È un ragazzo giovane e non è sempre presente nei comportamenti, ora sta a lui equilibrare le cose. Se fa parlare di sé per le sue prestazioni, come ha fatto nell'ultima partita, è una cosa straordinaria e i giovani si innamorano di un giocatore come lui.[9]
  • [Su Pietro Mennea] Un simbolo italiano nel mondo, e non solo dello sport, ma della volontà, del riscatto che nasce dal Sud che tutti noi italiani abbiamo dentro. Aveva una determinazione e una volontà fortissime il dna italiano. Di tutti noi che ci portiamo dentro il nostro sud.[10]
  • Mario non è un giocatore come tutti gli altri. Ma gli chiediamo di fare il calciatore, non il personaggio. A livello mediatico, non è uguale agli altri: giriamo il mondo con campioni come Buffon e Pirlo, e il più osannato è Balotelli. I ragazzini impazziscono per lui, e il fatto che lo abbiano accettato, che abbiano deciso che poteva essere il nuovo simbolo dell'Italia, un ragazzo di colore che veste la maglia della Nazionale, vuol dire che forse i ragazzi sono più avanti di noi adulti, hanno superato certe barriere.[11]
  • Il fatto è che Mario è uno che ha i colpi, non un campione determinante per la squadra.[12]
  • Quando la Nazionale sarà la squadra più importante avremo risolto tutti i problemi.[12]
  • [Parlando di Joshua Zirkzee] Chi mi ricorda? Faccio fatica a rispondere e mi ripeto, faccio anche fatica a definirlo come ruolo, anzi, preferisco non definirlo e ammirarlo, spero di godermi a lungo le sue giocate, e mi auguro che per tanti ragazzini possa diventare un modello, una fonte di ispirazione.[13]

Prandelli: "Abbiamo fatto sognare, ma ci vuole un cambiamento"

Intervista di Riccardo Pratesi, Gazzetta.it, 2 luglio 2012

  • [Dopo gli Europei Polonia-Ucraina 2012] Possiamo essere orgogliosi di questa Italia. Siamo soddisfatti perché siamo andati oltre l'aspetto sportivo e abbiamo proposto un gioco piacevole. Abbiamo regalato un sogno all'Italia, pur partendo senza grandi aspettative.
  • Forse nell'ultima partita avrei dovuto avere un po' più di coraggio, ma sarebbe stato mancare di rispetto verso chi ci aveva condotto sino alla finale
  • La nostra prossima partita, l'amichevole con l'Inghilterra, si giocherà il 15 agosto, ma pochi giorni prima si gioca la Supercoppa italiana a Pechino. È complicato. Quando dico che non interessa nulla della Nazionale, è vero.
  • C'è un progetto tecnico, cercheremo di individuare i nuovi Pirlo, per dire, ma se non giocano, diventa poi difficile farli crescere. E poi chiederemmo di avere lo spazio per lavorare con loro, ogni due mesi, per verificare la crescita dei ragazzi promettenti. Se devo limitarmi a fare tre allenamenti ogni otto mesi, diventa dura. Anche se credo di saper fare bene il mio lavoro, e di averlo dimostrato in questo Europeo.

Prandelli: "Soffro ancora per i Mondiali 2014"

Intervista di Alberto Pucci, Youmedia.fanpage.it, 23 novembre 2015

  • Il calcio appassiona sempre, anche se magari vivi dei momenti di conflitto, dei momenti dove il sistema non ti piace, dove magari pensi che si è perso un po' l'amore per questo sport, poi d'incanto quando iniziano le partite ritorni bambino e quindi dimentichi tutto per quei novanta minuti, sono i novanta minuti dove tu te la godi, perché è uno sport meraviglioso [...]. Non van bene tante cose, però quando inizia la partita e quando l'arbitro fischia, dimentichi tutto, d'incanto dimentichi tutto.
  • [Sugli attentati del 13 novembre 2015 a Parigi] Non dovremmo aver paura della paura, dovremmo cercare di mantenere la quotidianità come l'avevamo programmata. È chiaro che sono situazioni veramente molto particolari, perché son convinto che noi non potremmo risolvere questo problema, saranno gli stessi responsabili che dovranno dare una risposta a tutto questo. Quindi il mondo dell'Islam probabilmente saranno protagonisti in questo: come noi abbiamo avuto i nostri problemi negli anni settanta, ci siamo compattati in quel periodo e abbiamo sconfitto il terrorismo che c'era in Italia. La risposta che ho dato è che poteva succedere in tutte le città europee, quindi non dobbiamo modificare tutto quello che in questo momento ti fa paura: perché avrebbero vinto, perché non ci sarebbe più la possibilità di sognare un nostro futuro, quindi bisogna continuare ad andare allo stadio.
  • [Sull'esordio in Serie A di Gianluigi Donnarumma] Siamo rimasti tutti meravigliati, però il riscontro sul campo è stato straordinario e quindi ha visto benissimo Mihajlović e non ha avuto paura di mettere un ragazzino giovane, ma probabilmente, vedendolo tutti i giorni, non ha avuto la scelta obbligata, è stata ponderata e se lo ha fatto vuol dire che ha delle capacità psicologiche non indifferenti.
  • Per me la ferita è aperta, perché il mondiale come l'avevamo preparato, come l'avevamo ideato e com'è finito, è chiaro che è una ferita che rimarrà per me sempre aperta. La cosa che mi ha dato fastidio ovviamente non sono i giudizi tecnici della negatività del tuo lavoro: è quando bypassano, oltrepassano la professionalità e vai sull'uomo, allora lì diventa impossibile non arrabbiarsi, impossibile cercare di reagire in un certo modo, poi è chiaro che ognuno è fatto a proprio modo, ci sono delle persone che si sono comportate in maniera meschina, ecco. Però non vorrei più parlarne, perché poi la ferita non è aperta, ma diventa un'emorragia.
  • L'Italia è sempre emozionante, è sempre coinvolgente, però per quanto riguarda i media, per quanto riguarda gli spazi, per quanto riguarda anche i risultati, interessa poco nulla. Quando ci sono gli eventi importanti, allora tutti diventano i primi tifosi, tutti diventano i consiglieri, eccetera. Ma ho detto anche forse delle cose un po' diverse, nel senso che l'Italia dovrebbe essere un po' più tutelata: invece, non avendo una struttura [...] le società di calcio quando subiscono dei torti o delle situazioni particolari intervengono, la Nazionale invece dà libero sfogo a qualsiasi persona, quindi diventa altrettanto difficile avere un rapporto che sia un rapporto di equilibrio e quello dovrebbe essere.
  • [Sul codice etico applicato ai tempi della nazionale] Convinto di non aver fatto niente di particolare, se non aver coinvolto i giocatori e la squadra a decidere come noi avremmo dovuto comportarci di fronte a determinate cose. I giocatori sulle mie decisioni del codice non hanno mai avuto niente a che dire, perché sapevano benissimo quali erano le conseguenze di un gesto, di una gomitata, di un'espulsione fatta in un certo modo, quindi la polemica nasce sempre quando c'è il menefreghismo, come dicevo prima, non gliene frega niente a nessuno, se non magari criticare un comportamento perché magari era a Roma, Milano, Torino, Genova, Palermo o Firenze, quindi c'è la faziosità, c'è il tifoso giornalista del posto che deve cercare di trovare una giustificazione o una polemica [...]. Però, dal punto di vista di aver accettato, i giocatori hanno accettato perché hanno deciso loro, non ho deciso io: ma tutti, io penso che tutti abbiano un regolamento interno [...] è un modo di dire "ok, noi siamo uniti anche da questo modo di essere, noi ci vogliamo proporre in questo modo, punto".
  • [Su Gianluigi Buffon] Ama il proprio lavoro, ma soprattutto ama la sfida: è uno a cui piace vincere le sfide, penso che abbia in testa dei traguardi straordinari e quindi trova motivazioni, trova stimoli. Poi ha questa capacità di essere leader senza esserlo [...] perché è il suo comportamento, il suo modo di affrontare determinati argomenti, con molta trasparenza, con il sentimento che prova e questa è una bella cosa, non è brutto. Tante volte associano certe dichiarazioni come segnali di debolezza, no, sono segnali forti, quando tu sei sincero e trasmetti quello che senti, puoi essere molto più convincente rispetto a tanti altri che si assumono come portatori della verità.
  • [Parlando di Antonio Cassano e Mario Balotelli] Diciamo che qualche anno fa agli europei [2012] mi sembra che abbia funzionato non solo la scelta, ma anche il rapporto tra loro e la squadra, tante volte uno associa questi nomi e automaticamente uno pensa che siano lontani da uno gruppo e da una squadra, non è così: io ho convocato Cassano perché ha fatto una stagione straordinaria col Parma, è stato uno dei giocatori che ha avuto più continuità e quindi si meritava la convocazione. Per quanto riguarda Mario, diciamo le stesse cose da tanto tempo e continuiamo a dirle, perché le qualità intrinseche che ha sono delle qualità intrinseche straordinarie: deve soltanto convincersi che devono essere la priorità della sua vita professionale, tutto lì.
  • [...] la maggior parte degli allenatori e dei tecnici sono delle persone straordinarie, poi noi viviamo in un mondo dove l'allenatore diventa una persona sola: paradossalmente è così, vivi in un lavoro dove devi aggregare e cercare di costruire gruppi, ma alla fine poi sei solo. E quindi quando c'è troppa solitudine, ogni tanto anche noi facciamo dei grossi errori, di rapporti, di comunicazione e quindi perdi magari la stima di un compagno, di un collega per una battuta, per un discorso: e quindi diventa difficile dare dei giudizi che siano dei giudizi obiettivi.
  • [...] mi piace da sempre, per dirti, Carlo Ancelotti, ma perché è riuscito a vincere in tutti i posti, a qualsiasi latitudine, è riuscito a sopportare certi momenti difficili, con classe, con eleganza, con rispetto, è una persona che ti da fiducia [...]. In Italia, noi addetti ai lavori sapevamo che Ancelotti era uno dei migliori in assoluto: poi è chiaro che quando vincono all'estero come ha vinto lui, anche molti che criticavano Ancelotti hanno dovuto per forza di cose dire "okay, forse qualche volta abbiamo esagerato".
  • [Parlando della violenza negli stadi] Le altre nazioni mi sembra che abbiano risolto questo problema, vedi la Germania, l'Inghilterra: e quindi dovremmo cercare di capire come hanno fatto. Io posso portare l'esempio dei miei cinque anni di Firenze, dove tutti consideravano Firenze una città molto difficile, particolarmente aggressiva: con i tifosi noi abbiamo avuto un rapporto straordinario, non abbiamo fatto niente di particolare se non trasmettere quello che noi pensavamo fosse giusto trasmettere. Non sempre devi essere d'accordo coi tifosi, i tifosi sono un aiuto straordinario, perché quando tutta Firenze è con la squadra e spesso è con la squadra, vinci tante partite [...]. E quindi il giocatore che viene viene a Firenze, che va a Firenze, sa che trova una tifoseria forte, però noi non abbiamo avuto problemi, perché la società, la dirigenza è stata chiara, dicendo che non avrebbe mai accettato nessun tipo di violenza. Io, nel mio piccolo, ho sempre detto "non accetto determinate violenze, anche verbali, nei confronti di altre persone, noi dobbiamo essere forti perché siamo forti noi". Quindi, forse, avere un rapporto un po' più diretto con i propri tifosi potrebbe essere già un primo passo.
  • Il ricordo più forte è sempre comunque gli anni che ho fatto a Bergamo nel settore giovanile, per me è stata una scuola di vita. Spesso a questa domanda dico, se io fossi una persona che potesse determinare il futuro, metterei subito una regola: i futuri allenatori devono dare tre anni della loro professionalità al settore giovanile. Ma tutti, voi immaginate i grandi allenatori, che per tre anni lavorano per un settore giovanile, quindi ti danno una grande capacità di migliorare, ti danno non solo entusiasmo, ma conoscenza, quindi aumenta la qualità del settore: e in più tu sei in un posto dove puoi sperimentare, puoi lavorare, puoi cambiare senza grandissimo stress e quindi è secondo me indispensabile per il sistema calcio. L'allenatore giovane cresce, cresce il sistema perché hai un allenatore bravo e quindi metterei solo questa regola qua.

Dai Genoa, facciamo un'opera d'arte

Intervista di Fabrizio Salvio, SportWeek, nº 10 (927), 9 marzo 2019, pp. 64-68

  • Mi piace pensare che, quando entro a Marassi, entro in uno stadio "vero", con la gente che ti respira addosso.
  • [Sulla sua idea di calcio] Mi accontento di un gruppo che faccia le cose che sa fare, purché ci metta grande intensità. Io non sono un dogmatico, non ho un sistema di gioco fisso, sono più interessato alle qualità dei calciatori. Percorro la strada che di volta in volta mi sembra la migliore.
  • [Insegno] ai miei a non sentirsi inferiori a nessuno e a fare la partita. Mi piace che una squadra sia esuberante e anche un po' sfacciata.
  • I fiorentini non si sentono secondi a nessuno.
  • Chi allena i giovani ha una missione, far emergere il talento individuale. Deve lavorare sulla tecnica, non sugli schemi.
  • Trapattoni diceva che un commissario tecnico è un condannato a morte: l'unica cosa che ignora è quando arriverà la sua ora, ma è certo che prima o poi arriva. Se accetti questa verità, sei consapevole di essere a termine.
  • Strano Paese il nostro: se non ti dimetti, ti accusano di non avere il coraggio e la dignità di andartene; se ti dimetti, ti rimproverano di scappare.

Citazioni su Cesare Prandelli[modifica]

  • Ha rovinato una Nazionale, abbiamo aspettato il Mondiale in Brasile per goderci un po' l'estate e, invece, in tre partite ci ha umiliati. Convocazioni assurde, come assurda era la sua presenza in azzurro. Va in Turchia, per scappare dall'Italia e lo cacciano anche da lì. Allenatore non capace, senza umiltà e con poca preparazione. A Firenze il segreto non era lui. Allenatore di fascia media in Serie A. (Michele Criscitiello)
  • Mi piace: cerca il dialogo e vuole giocare a calcio. I sistemi di gioco non sono tutto: 4-2-3-1 o 4-4-3 non è quello il punto. L'importante è avere l'atteggiamento giusto e Prandelli credo che farà questo tipo di lavoro. (Wesley Sneijder)
  • Non mi stupisce affatto il suo comportamento. L'ho già visto scappare ai tempi della Fiorentina, evidentemente fa parte del dna dell'uomo. Prandelli è uno che non sa gestire le cose, si crea un profilo di alto livello ma quando c'è bisogno di sostanza manca sempre all'appello. Ha lasciato l'Italia con l'amaro in bocca, e non è stato in grado e non ha avuto nemmeno la modestia di spiegare cosa è accaduto. (Diego Della Valle)
  • Perché Cesare Prandelli è sottratto a qualsiasi spending review? Perché i giornali citano il rinnovo del suo contratto e però tralasciano, o mettono in secondo piano, che il suo ingaggio non è diminuito bensì aumentato? Prandelli è anche amico di Renzi: perché per lui non vale la proposta che i manager statali non guadagnino più di 239 mila euro, cioè l'appannaggio del capo dello Stato? [...] Nota: non me ne frega niente che si abbassi lo stipendio a Prandelli, me ne frega di capire come accidenti funziona questo Paese. (Filippo Facci)
  • Prandelli? Con lui e il suo staff non c'è mai stato grande feeling. Da lui non ho mai ricevuto un "grazie" o un complimento. Ma Prandelli è il passato. Di lui non voglio parlare. (Sébastien Frey)
  • Prandelli ha detto che i calciatori gay dovrebbero fare outing e dichiararsi apertamente: ma gli ha dato di volta il cervello? Il calcio è lo sport omofobo per eccellenza e Prandelli pretende che un calciatore si autodenunci? Siamo seri... (Franco Rossi)

Note[modifica]

  1. Citato in Viviano: "Che paura Ho visto piangere Stankovic", La Gazzetta dello Sport, 12 ottobre 2010.
  2. Citato in Prandelli lancia Giovinco: "Può scalare montagne", la Repubblica.it, 10 ottobre 2011.
  3. a b Citato in Prandelli contro tabù gay. "Calciatori, fate coming out", Repubblica.it, 24 aprile 2012.
  4. Citato in Prandelli e l'omosessualità. "Sorpreso dalle reazioni", Repubblica.it, 25 aprile 2012
  5. Citato in Camillo Forte, Prandelli incorona Pirlo: «Sì, è da Pallone d'Oro», Tuttosport.com, 25 giugno 2012.
  6. Citato in Camillo Forte, Il ct gli consegna l'Italia: «Talento straordinario», Tuttosport, 4 settembre 2012, p. 3.
  7. Il 28 maggio 2012, in pieno scandalo Calcioscommesse, durante la preparazione agli Europei a Coverciano, Prandelli aveva dichiarato: «Chi ha sbagliato deve essere cacciato in maniera definitiva dal nostro mondo».
  8. Citato in Camillo Forte, Omessa denuncia, Prandelli lo difende, Tuttosport, 4 settembre 2012, p. 5.
  9. Citato in Prandelli: "Porte aperte per Cassano. Balotelli? È uno che fa sognare", Gazzetta.it, 22 ottobre 2012.
  10. Citato in Morto Mennea, Sara Simeoni: "Se n'è andato un pezzo della mia vita", Repubblica.it, 21 marzo 2013.
  11. Citato in Buffon: "Balotelli è straripante, e allora provano a fermarlo in un altro modo", Gazzetta.it, 8 giugno 2013.
  12. a b Citato in Andrea Santoni, Prandelli: Io minacciato. Balotelli non è un campione, Corriere dello Sport.it, 8 luglio 2014.
  13. Dall'intervista rilasciata all'edizione bolognese de La Repubblica; citato in Prandelli elogia Zirkzee: "Non mi piace definirlo, preferisco ammirarlo. Può essere un modello", Tuttomercatoweb.com, 22 dicembre 2023.

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