Gennaro Matino

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Gennaro Matino (1956 – vivente), presbitero e scrittore italiano.

Citazioni di Gennaro Matino[modifica]

  • Lo Ius scholae è una questione di giustizia e chi si oppone lo sa bene e questo fa ancora più riflettere provocando la domanda se la scelta sia determinata solo per una manciata di voti in più o perché posta da un convincimento radicato in una cultura dell'esclusione. Se è l'opportunismo di partito, squallido sacrificare il futuro dei bimbi e mettere a rischio quello dell'Italia che di quei figli avrà bisogno domani, preoccupante se la scelta è ideologica, smascherando ancora una volta un'Italia razzista che si nasconde dietro un fiume di parole, di opportunismo, di malcelata voglia di isolazionismo, di fuga dalla realtà del tempo che non consente di negare che, ci piaccia o meno, le nostre società sono multietniche, colorate di religioni e di cultura e non si può tornare indietro.[1]
  • Lo Ius scholae non è un'idea di destra o di sinistra, è una regola giusta perché risponde alla più elementare esigenza di governare e disciplinare il già dato, dando dignità e valore di appartenenza a chi vive da sempre la nostra stessa terra, a chi parla la nostra stessa lingua, a chi ama il nostro stesso paese come noi e forse più di noi tanto da desiderare ardentemente di appartenervi, di rispettarne le leggi, di accettare e fare propria la sua storia. Accettare lo Ius scholae è ribadire il principio dell'accoglienza, della solidarietà, della fratellanza dei popoli che genera pace.[1]
  • Un'espressione napoletana per indicare un insieme e un intreccio di atteggiamenti negativi: autorità, malvagità, avarizia, pignoleria, grettezza. È l'attitudine a cercare e trovare, d'istinto, sempre e comunque, il proprio tornaconto, ma il termine copre uno spettro di significati o, per meglio dire, di atteggiamenti ben più ampio. La "cazzimma" può infatti indicare anche semplicemente la cattiveria gratuita. Quindi «tene 'a cazzimma» quella persona che alla malignità, aggiunge la cattiveria e il gusto di farla. Tuttavia se si va a leggere nei blog la sorpresa è che per i più, soprattutto i giovani, la "cazzimma" ha una connotazione quasi positiva per indicare una sorta di atteggiamento grintoso, risoluto. Proprio quello che serve per farsi spazio in una società oppressiva e invadente, quella che occorre a chi come motto porta tatuato sulla pelle: "Ca nisciuno è fesso". Marchio appiccicato addosso giorno dopo giorno da consolidati piccoli gesti quotidiani, passati bonariamente come fesserie, cosa da niente, tanto per giocare, piccoli gesti apparentemente inoffensivi che disegnano abito sociale e diventano il brodo di cultura della mentalità violenta che poi è comunque camorristica e madre di ogni indecenza, di ogni bruttura, che qui da noi vince e altrove è sconosciuta. È cazzimma quello del parcheggiatore abusivo, taglieggiatore autorizzato dalla falsa pietà. È cazzimma quella di chi senza paura di reprimende può disfarsi nei mercati di rifiuti nauseabondi solo perché chi dovrebbe controllare passa a fine settimana a ritirare la spesa. È cazzimma quel sistema di politica malata che baratta consenso con complicità omertosa. È cazzimma quella dei tanti, delle troppe persone perbene, che nella nostra città scientificamente perseguono il fine di ignorare la legge e uccidere il bene comune.[2]

Note[modifica]

  1. a b Da Gennaro Matino: "Lo Ius scholae nell'Italia razzista", napoli.repubblica.it, 10 luglio 2022.
  2. Da "Cazzimma" e giustizia, la Repubblica, 19 ottobre 2014.

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