La porta proibita

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La porta proibita

Descrizione di questa immagine nella legenda seguente.

Orson Welles e Joan Fontaine nel film

Titolo originale

Jane Eyre

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 1943
Genere drammatico
Regia Robert Stevenson
Soggetto Charlotte Brontë (Jane Eyre)
Sceneggiatura John Houseman, Aldous Huxley, Robert Stevenson
Produttore William Goetz, Kenneth Macgowan
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

La porta proibita, film statunitense del 1943 con Joan Fontaine e Orson Welles, regia di Robert Stevenson.

Frasi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Niente è più brutto di una bambina cattiva. (Brocklehurst)
  • Sii buona e sarai anche felice. (Bessie)

Dialoghi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Edward: Non sono un brav'uomo, sebbene avessi una volta il cuore tenero: ne dubita?
    Jane: No signore.
    Edward: Da allora la sorte mi ha sbattuto qua e là, mi ha riempito di pugni e ora mi vanto di essere duro e resistente come una palla di gomma, con un piccolo punto sensibile forse al centro della palla. Secondo lei posso sperare?
    Jane: Sperare che, signore?
    Edward: Di trasformarmi da palla di gomma in un uomo di carne.
  • Edward: Dunque lei mi dispensa dalle forme convenzionali senza giudicarmi insolente.
    Jane: Non confonderò mai familiarità con insolenza. L'una mi piace, all'altra nessun essere libero si piegherebbe per un salario.

Citazioni su La porta proibita[modifica]

  • È la migliore delle versioni del romanzo, archetipo romantico, per ritmo narrativo, ragionevole fedeltà al testo, atmosfera, recitazione. (il Morandini)
  • La regia di Stevenson illustra fedelmente il clima gotico e di persecuzione del romanzo [...] anche se non riesce a trovare una cifra interpretativa originale. Memorabili le scene nel collegio in cui è rinchiusa l'orfanella Jane, dove un direttore sadico fa morire la piccola Elizabeth Taylor sotto la pioggia. Affascinanti la fotografia a lume di candela di George Barnes e la scenografia di Wiard B. Ihnen e James Basevi. Grande partitura di Bernard Herrmann. (Il Mereghetti)

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