Liliana Segre
Aspetto
Liliana Segre (1930 – vivente), attivista e politica italiana.
Citazioni di Liliana Segre
[modifica]Per approfondire, vedi: La memoria rende liberi. |
Citazioni in ordine temporale.
- Coltivare la Memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l'indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare.[1]
- [Sulla sua nomina a senatrice a vita] Certamente, il presidente [Sergio Mattarella] ha voluto onorare, attraverso la mia persona, la memoria di tanti altri in questo anno, 2018, in cui ricorre l'ottantesimo anniversario delle leggi razziali. Sento dunque su di me l'enorme compito, la grave responsabilità di tentare almeno, pur con tutti i miei limiti, di portare nel Senato della Repubblica delle voci ormai lontane che rischiano di perdersi nell'oblio.[2]
- L'indifferenza è più colpevole della violenza stessa. È l'apatia morale di chi si volta dall'altra parte: succede anche oggi verso il razzismo e altri orrori del mondo. La memoria vale proprio come vaccino contro l'indifferenza.[3]
- Io sono una delle pochissime ancora in vita che ricorda. Perciò torno spesso in questo posto. Ogni volta è un pensiero sul passato molto coinvolgente. E per questo desidero che diventi un posto conosciutissimo, almeno dai milanesi.[4]
- La giornata era scandita dall'essere lavoratori schiavi, che però era una fortuna rispetto a quelle che facevano parte dei commandi – così venivano chiamati. Credo che una delle ragioni per cui de l'ho fatta, è stata di lavorare al coperto dentro la fabbrica. Quelli obbligati ad altri lavori, a scaricare le pietre da un camion – inutilmente, perché dall'altra parte un altro gruppo le ricaricava –, scavare delle buche che gli altri riempivano, [erano] quei lavori che servivano per uccidere senza sprecare né le munizioni né lo Zyklon B. [«e poi dopo queste ore di lavoro, c'era di nuovo il ritorno ad Auschwitz?»] Dopo queste ore di lavoro veramente da schiavi, si tornava a piedi – sempre – al campo. Si affondava nel fango, nella neve, eravamo fradicie d'acqua. Si tornava al campo, e quel momento, invece di essere di relax che uno si riposa dopo quella giornata, c'era questa visione del crematorio: a seconda del fumo o della fiamma, capivamo se stava lavorando o se aveva già lavorato. Andavamo nelle baracche e lì ci davano questo pezzo di pane della sera, che era sognato per tutto il giorno. Poi c'era la notte. E la notte del lager è una cosa di cui non si parla mai. E la notte del lager è invece importantissima, perché si sentono le grida di quelli che vanno al gas, si sentono i richiami delle mamme che non perdono i bambini, i bambini in tutte le lingue d'Europa, dei mariti che han perso le mogli. E noi sapevamo dove andavano: era la notte.[5]
- Mi fa impressione quando sento di barconi affondati nel Mediterraneo, magari 200 profughi di cui nessuno chiede nulla. Persone che diventano numeri anziché nomi. Come facevano i nazisti. Anche per questo non ho mai voluto cancellare il tatuaggio con cui mi hanno fatto entrare ad Auschwitz. [matricola 75190][6]
- Nel 1944, quando fummo deportati a Birkenau, ero una ragazza di quattordici anni, stupita dall'orrore e dalla cattiveria. Sprofondata nella solitudine, nel freddo e nella fame. Non capivo neanche dove mi avessero portato: nessuno allora sapeva di Auschwitz.[3]
- Prima, durante e dopo la mia prigionia mi ha ferito l'indifferenza colpevole più della violenza stessa. Quella stessa indifferenza che ora permette che Italia e Europa si risveglino ancora razziste; temo di vivere abbastanza per vedere cose che pensavo la Storia avesse definitivamente bocciato, invece erano solo sopite.[6]
- Li vedevamo insieme ai loro bambini mentre accendevano fuochi, stendevano i panni. Avevano una vita, mentre noi eravamo scheletri che vagavano. Li guardavamo e ci dicevamo: che fortunati, questi, ma chi sono? C'era spesso il vento, ad Auschwitz, che spazzava il campo. Una mattina vediamo rotolare polvere, stracci e brandelli di vestiti. E dove sono andati a finire, gli zingari? Quelle che sapevano tutto hanno risposto: li hanno gasati tutti stanotte. Non lo posso dimenticare. Io sono la memoria di quello che è successo.[7]
- Quando sono stata espulsa dalla scuola, giorni per me drammatici, papà chiamò la maestra che avevo avuto in prima e seconda elementare: venga, per favore, signorina... Abitavamo vicino a scuola. La aspettavo affettuosa, invece è stata pochissimo e ha detto: "Ma cosa c'entro, io? Non le ho fatte mica io le leggi razziali!". Poi mi ha abbracciata, se n'è andata e non l'ho mai più sentita ne vista. Non era "cattiva", era una persona qualunque. Era la banalità del grande male che mi ha fatto.[8]
- Nei campi di sterminio rimasi sola, e non rividi più mio padre. Chi è stato ad Auschwitz ha sentito per anni l'odore di carne bruciata: non te lo togli più di dosso. E poi rimani sempre quel numero.[9]
- Non mandate i figli in gita ai campi di sterminio. Lì si va in pellegrinaggio. Sono posti da visitare con gli occhi bassi, meglio in inverno con vestiti leggeri, senza mangiare il giorno prima, avendo fame per qualche ora.[9]
- Questo è un anno dalla doppia ricorrenza, le orrende leggi razziste e, fortunatamente, dieci anni dopo, l'entrata in vigore della Carta fondamentale. Il filo rosso che le unisce è l'articolo 3, quel Manifesto dell'eguaglianza e della dignità umana che deriva direttamente dalla rivoluzione francese.[10]
- Se si ammettono le parole dell'odio nel contesto pubblico, se si accoglie lo hate speech nella ritualità del quotidiano, si legittimano rapporti imbarbariti. Io l'odio l'ho visto. L'ho sofferto. E so dove può portare. Per questo vado a parlare con gli studenti. Gli racconto un passato figlio dell'odio e del rancore disumano e loro mi ascoltano con un'attenzione di cui non smetto di essergli grata.[11]
- Bisogna dare i premi Nobel a chi li merita veramente, non a una cittadina molto più semplice come sono io. Lasciamo i Nobel ai Nobel.[12]
- Una via per Almirante a Verona? Oh, povera strada! Mi chiedo se sia lo stesso Comune. Le due scelte sono di fatto incompatibili, per storia, per etica e per logica. La città di Verona, democraticamente, faccia una scelta e decida ciò che vuole, ma non può fare due scelte che sono antitetiche l'una all'altra.[13]
- La perdita di Nedo è come un lutto in famiglia. Siamo stati Stücke, pezzi di uno stesso mosaico orribile. Siamo tornati in pochi e quello che potevamo confessarci è impossibile da dire a qualcun altro.[14]
- [Durante la posa di una Pietra d'Inciampo] Riguarda una piccola storia su Ermanno Fontanella, un amico che mio padre rivide in carcere, che appena arrivati disse: 'Alberto, meno male che siete stati arrestati adesso perché fino a poco tempo fa, c'era un comandante tedesco molto peggiore di quello attuale, che ci obbligava a leccare le latrine'. Io abituata a un mondo normale, continuo a ricordare ancora oggi, a 91 anni, quella cosa udita a 13 anni.[15]
- Se le energie che da decenni vengono spese per cambiare la Costituzione – peraltro con risultati modesti e talora peggiorativi – fossero state invece impiegate per attuarla, il nostro sarebbe un Paese più giusto e anche più felice[16]
- Invitami notte a immaginare le stelle.[17]
Citato in Marco Damilano, espresso.repubblica.it, 5 giugno 2018.
- Conosco i miei colleghi senatori a vita, sono stata troppo poco in aula per farmi un giudizio degli altri, non sono una vecchia volpe. Quando sono stata nominata ho detto al presidente Mattarella che sono sempre una bambina: mi hanno chiuso la porta della scuola e ottant'anni dopo mi hanno aperto quella del Senato.
- Quando ho conosciuto Mattarella e abbiamo parlato eravamo tutti e due con i capelli bianchi, alle spalle anche lui ha avuto un dramma che ti segna la vita, ci siamo ritrovati come un fratello e una sorella. È il presidente della Repubblica, ma io lo considero come mio fratello, come una persona che fa parte della mia famiglia. Ho letto anch'io cosa hanno scritto in rete, quando gli hanno augurato la fine di suo fratello mi son venute in mente le minacce contro di me da bambina, rispondevo al telefono e una voce mi chiedeva: perché non muori? Perché non morite? Questi cattivi sentimenti ci sono sempre stati, il web li amplifica, ma non è solo una questione di mezzi di espressione. Ci sono i tempi che consentono a queste persone di comportarsi così. C'è stato un tempo dopo la guerra, dopo l'orrore di milioni di morti, che queste parole e questi comportamenti sono sembrati sparire. Sono arrivate altre esigenze, la gente ha pensato all'arricchirsi, a farsi notare. La bellezza, il consumismo, il successo, essere qualcuno, sono diventati idoli. Poi gli idoli cadono e nel vuoto sono tornate parole antiche.
- Ho la paura della perdita della democrazia, perché io so cos'è la non democrazia. La democrazia si perde pian piano, nell'indifferenza generale, perché fa comodo non schierarsi, e c'è chi grida più forte e tutti dicono: ci pensa lui.
- Chi entra nel memoriale della Shoah trova scritta una parola: indifferenza. Da senatrice ho depositato un disegno di legge per istituire una commissione parlamentare bicamerale di monitoraggio e di controllo sugli "hate speech", i discorsi d'odio. Un invito che il Consiglio d'Europa ha fatto ai 47 Stati membri, il nostro sarebbe il primo caso. Le parole d'odio sono l'anticamera della fine della democrazia. L'imbarbarimento del linguaggio è arrivato a livelli intollerabili. In questi giorni si è scritto di un mercato di divise da deportati di Dachau, che parole si possono trovare?
- La mia speranza è che un giorno possano nascere gli Stati Uniti d'Europa, ora appare un'utopia, lo abbiamo visto sulla questione dei migranti, in cui ogni Stato ha dato spazio al suo egoismo nazionale. Io la speranza ce l'ho, ho sempre scelto la vita, ho conosciuto nella mia vita tanti affetti, un lungo amore.
Dall'intervista di Fabio Fazio a Che tempo che fa, Rai 3, 23 ottobre 2022; citato in Tommaso Coluzzi, fanpage.it.
- Sono una delle ultimissime [sopravvissute] al mondo e con pessimismo e realismo dico che la Shoah sarà trattata in un rigo nei libri di storia, poi non ci sarà più neanche quello.
- Ho vissuto una vicenda familiare in cui mio padre aveva un unico fratello che era un fascista della prima ora, era convintissimo. E c'era un continuo scambio di idee tra mio papà e questo fratello amatissimo. Mio zio si era sposato in camicia nera e dopo anni di conflitto fraterno, mio zio tagliò dalle foto del matrimonio tutta la sua presenza in camicia nera. C'era allora una borghesia ebraica che aveva aderito al fascismo. Mio zio dopo aver perso tutta la famiglia per le leggi razziste si trovò col rimorso di aver aderito in gioventù al fascismo che gli aveva ucciso il padre, la madre e l'unico fratello. Se c'è ancora l'antifascismo? Ricordando la disperazione di mio zio, dico voglio sperare ci sia ancora.
- Ho molto rispetto per la Costituzione, è una guida che tutti dovrebbero avere.
- Ho un tale orrore della guerra, mi ricorda quello che porta, per cui sono incapace di fare niente [...]
Citazioni su Liliana Segre
[modifica]- Con il suo impegno multiforme nella lotta contro l'antisemitismo, Liliana Segre incoraggia le persone a seguire il suo esempio. Deve essere una responsabilità di tutti i democratici onorare la memoria della Shoah e alzare la voce quando si manifesta l'antisemitismo (Wolfgang Sobotka)
- La tua missione personale, la tua forza e il tuo coraggio sono modello per noi in Israele e per le comunità ebraiche in tutto il mondo. (Reuven Rivlin)
- [Gaffe, Liliana Segre è stata liberata ad Auschwitz dall'Armata rossa] Liliana Segre porta sulla pelle i segni dell'orrore del nazismo o del comunismo. (Matteo Salvini)
Note
[modifica]- ↑ Dal messaggio dopo la nomina a senatrice a vita; citato in Liliana Segre dopo la nomina a senatrice a vita: "Proseguirò l'impegno contro la follia del razzismo", repubblica.it, 19 gennaio 2018.
- ↑ Citato in Alessia Rastelli, Liliana Segre senatrice a vita Gentiloni: «Decisione preziosa», corriere.it, 19 gennaio 2018.
- ↑ a b Dall'intervista di Simonetta Fiori, Liliana Segre: "Io, da Auschwitz a senatrice a vita", rep.repubblica.it, 19 gennaio 2018.
- ↑ Citato in Zita Dazzi, Liliana Segre: "Il registro degli ebrei orrore del fascismo", Repubblica.it, 18 novembre 2022.
- ↑ Dall'intervista di Lucia Ascione su Tv 2000, 24 gennaio 2018; Video disponibile su youtube.com (min. 15:55-18:55).
- ↑ a b Citato in Renato Franco, Gad Lerner, «La difesa della razza» inchiesta in sei puntate su Rai3, corriere.it, 20 aprile 2018.
- ↑ Dall'intervista di Paolo G. Brera, Liliana Segre: "Ricordo quei rom morti nel mio lager. Dirò no finché vivo alle leggi speciali", rep.repubblica.it, 5 giugno 2018.
- ↑ Dall'intervista di Paolo G. Brera, Liliana Segre e la Maturità antirazzista: "Quel tema un grido che batte l'indifferenza", rep.Repubblica.it, 20 giugno 2018.
- ↑ a b Citato in L'appello di Liliana Segre da Verbania: "Non portate i bimbi in gita premio ad Auschwitz", lastampa.it, 23 ottobre 2018.
- ↑ Citato in Giornata della Memoria, il rabbino capo di Genova: «Sui migranti non possiamo rimanere indifferenti», ilsecoloxix.it, 26 gennaio 2019.
- ↑ Dall'intervista di Simonetta Fiori, Niente tema storico alla Maturità, Liliana Segre: "Ministro, ci ripensi, non rubiamo il passato ai ragazzi", repubblica.it, 25 febbraio 2019.
- ↑ Citato in Liliana Segre sul Nobel per la Pace: «Io sono una semplice cittadina, lasciamolo a chi lo merita», corriere.it, 14 dicembre 2019.
- ↑ Citato in "Liliana Segre sulla strada di Verona intitolata ad Almirante: «Povera strada!», ilpost.it, 22 gennaio 2020.
- ↑ Citato in Alessia Rastelli, Shoah, addio a Nedo Fiano. La memoria come resistenza. È morto a Milano uno degli ultimi sopravvissuti di Auschwitz. Fu testimone instancabile dell'abisso, Corriere della Sera, 20 dicembre 2020.
- ↑ Citato in Zita Dazzi, Giorno della Memoria, a Milano nuove 24 Pietre d'inciampo. Liliana Segre: "Vi racconto una piccola storia che nessuno conosce", milano.repubblica.it, 21 gennaio 2022.
- ↑ Citato in Liliana Segre e lo straordinario discorso al Senato in difesa della Costituzione e dell’antifascismo – VIDEO, gay.it, 13 ottobre 2022.
- ↑ Frase collocata sopra l'ingresso del Memoriale della Shoah a Milano; citato in Francesca Bonazzoli, Milano, l'opera d'arte all'ingresso del Memoriale della Shoah: «Invitami notte a immaginare le stelle», corriere.it, 28 gennaio 2023.
Altri progetti
[modifica]- Wikipedia contiene una voce riguardante Liliana Segre
- Commons contiene immagini o altri file su Liliana Segre