Pierre Jean Georges Cabanis

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Pierre Jean Georges Cabanis

Pierre Jean Georges Cabanis (1757 – 1808), medico, fisiologo e filosofo francese.

Rapporti del fisico e del morale dell'uomo[modifica]

  • Le idee e le affezioni morali si formano in virtù d'impressioni, che ricevono gli organi esterni dei sensi, e pel concorso di quelle che sono proprie agli organi interni i più sensibili.
    È provato per mezzo di fatti diretti, che queste ultime impressioni possono modificare di molto tutte le operazioni del cervello. (p. 9)
  • Tutti i corpi dell'universo possono agire gli uni su gli altri: ma., il carattere ed il grado di quest'azione sono differenti, secondo la natura dei corpi e secondo le circostanze nelle quali essi si trovano collocati. (p. 42)
  • Si è di già osservato, che il regime chiamato magro, e soprattutto i digiuni e le astinenze, malamente corrispondono all'oggetto di estinguere i desideri amorosi, e di regolare l'immaginazione, di cui i disordini contribuiscono molto più che i bisogni fisici reali, a nudrire passioni profonde e funeste. Niente è più malamente inteso. (p. 65)
  • Le più sane, come le più piacevoli delle bevande fermentate sono senza alcun dubbio quelle che vengono somministrate direttamente dalle frutta abbondanti di principio zuccherino; e tra queste ultime, il vino della vite supera tutte per molti riguardi.
    Per l'abitudini delle impressioni felici che cagiona; per un dolce eccitamento del cervello; per un sentimento vivo di accrescimento nelle forze muscolari, l'uso del vino rinnova l'allegrezza, mantiene lo spirito in un'attività facile e costante, fa nascere e sviluppa le affezioni benevole, la confidenza, la cordialità. Nei paesi ove la vita è coltivata, gli uomini sono in generale più spiritosi, più socievoli; essi hanno maniere più aperte e più prevenienti. Le loro lagnanze sono caratterizzate da una violenza pronta: ma i loro risentimenti non hanno cosa di profondo, le vendette niente di perfido e di cattivo. (p. 81)
  • Osservatoii filosofi hanno affermato, che tutti gli abitanti del paese da vigne, aveano un carattere analogo a quello Jci loro vini. (p. 82)
  • Non senza ragione è che taluni scrittori hanno chiamato il caffè una bevanda intellettuale. L'uso per così dire generale, che ne fanno gli uomini di lettere, i dotti, gli artisti, in una parola tutte le persone delle quali i lavori esigono un'attività particolare dell'organo pensante. (p. 87)
  • I popoli puramente pastori non sono stati in tutt'i tempi e non sono anche oggigiorno, se non orde di briganti, e di ladri. Nella loro vita vagabonda essi riguardano tutti i frutti della terra come loro appartenenti di dritto: essi non hanno idea alcuna delle proprietà territoriali, di cui le leggi primitive sono la base, o la sorgente di quasi tutte le leggi civili; essi ignorano soprattutto queste convenzioni posteriori, che sono venute bentosto nelle società agricole e commercianti, a consacrare indistintamente ed in una maniera eguale tutti i generi di proprietà. (p. 106)
  • E l'uomo il più agile di tutti gli animali, il più specialmente dotato di qualunque spezie di facoltà di imitazione, il più suscettibile di ricevere tutte le impronte immaginabili, differisce tanto sensibilmente da se stesso nei differenti climi, che varii naturalisti credono dover riguardare la razza umana come suddivisa in diverse spezie distinte. (p. 110)
  • Quando si scarseggia di fatti necessari per disciogliere una questione, niente è più naturale di vederla rotare indecisa. (p. 112)
  • La sensibilità dell'uomo è, per rapporto a quella di tutte le spezie animali conosciute, la più attiva, e la più mobile; in guisa che tutto ciò che può agire sulla natura degli altri esseri viventi, agisce, in generale, ancora d'una maniera più forte su di lui. (p. 122)

Bibliografia[modifica]

  • Pierre Jean Georges Cabanis, Rapporti del fisico e del morale dell'uomo, Volume 2, 1820.

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