Silvio Ramat

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Silvio Ramat (1939 – vivente), poeta, critico e saggista italiano.

Citazioni di Silvio Ramat[modifica]

  • Dunque è la poesia ad inaugurare e a chiudere un itinerario che annovera, per la parte del narratore, titoli gloriosi: dalle Sorelle Materassi (1934) a I fratelli Cuccoli (1948); opere alle quali il fatto di venir costruite ormai ben al di là dei termini cronologici dell'Avanguardia non impedisce trame e soluzioni estermistiche, elementi paradossali e "inverosimili" che rendono Palazzeschi esempio ineguagliato e forse impossibile da imitare.[1]

Ogni cor serba un mister[modifica]

  • Nevica in ore vive, | l'inverno finalmente esiste, | sguinzaglia in giro scheletri o replicanti | che ti urtano con le sporte di Santa Lucia.
  • Lo stesso candore | ma più sciocco più profondo | nella frase di Elvira a Carlo re | – "Ogni cor serba un mister" | e già esce | dai cassetti stipati una virtù | marcescente.
  • [...] (ma chi sei, | chi eri, per appigliarti sì forte | quasi una stella alla forma del nido?).

[Silvio Ramat, "Ogni cor serba un mister"; citato da Stefano Verdino, Giuseppe Verdi. Un coro e terminiam la scena, Poesia, maggio 2001, n. 150, Crocetti Editore]

Campana "Quasi un uomo"[modifica]

Incipit[modifica]

La rischiosa e fragile irregolarità dell'esistenza di Dino Campana ha fatalmente coinvolto l'esistenza stessa della sua lirica: praticamente limitata a un solo libro, ma anch'esso tormentato straordinariamente, e non soltanto di quei tormenti che sempre accompagnano la genesi di un'opera, capitale o no. Giacché il testo che il poeta di Marradi aveva affidato, ventottenne, all'attenzione di Papini e di Soffici, veniva da quest'ultimo smarrito, come sappiamo, per essere casualmente recuperato appena due anni fa, durante il lavoro di riordinamento che delle carte del loro congiunto avevano intrapreso la vedova e la figlia di Soffici.

Citazioni[modifica]

  • Mentre la linea più gremita della lirica moderna continua a sviluppare il tragico tema dell'uomo detronizzato dalla sua centralità cosmica, Dino Campana invece ha fede in una positività del mondo, in una ricchezza del suo bàttito che invita l'uomo a spendersi e a salvarsi in una adesione a quella fluidità naturale che esclude o condanna solo chi voglia appartarsene.
  • Nel quarto decennio del secolo il ritorno a Campana ebbe per la nostra più duttile e spregiudicata cultura letteraria il valore di una scoperta, scoperta di libertà nei testi – nelle intenzioni e nei risultati –, d'una libertà che poteva prospettarsi emblematica risposta a ogni dogmatismo e grettezza, quali imponeva allora duramente il regime politico.

[Silvio Ramat, Campana "Quasi un uomo", La Fiera Letteraria, n. 14, aprile 1973]

Note[modifica]

  1. Da Palazzeschi. Quell'irresistibile "Codice" di Aldo, Il Giornale, 25 novembre 2002.

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