Ada Hegerberg
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Ada Hegerberg (1995 – vivente), calciatrice norvegese.
Citazioni di Ada Hegerberg
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Quando vinci per la prima volta un trofeo, vuoi rifarlo ancora e ancora. Ti mantiene affamata. La gente si chiede cosa farai dopo aver vinto tre volte la Champions League? Vincerla di nuovo, se possibile. Questo è ciò che contraddistingue gli atleti migliori, l'essere capaci di presentarsi anno dopo anno ai massimi livelli.
- When you first win a trophy you want to do it again and again. It keeps you hungry. People wonder what you are going to do after you've won the Champions League three times? Win it again, if I can. That's what defines the best athletes, being capable of showing up year after year at the highest level.[1]
- Mia sorella non solo giocava con i ragazzi: era in realtà il capitano della squadra maschile di calcio. E l'allenatore? Era mia madre. Questa è stata la cosa fantastica di crescere in una cittadina di 7000 persone nel bel mezzo del nulla. C'era una vera sensazione di uguaglianza. Nessuno ha detto mai nulla sul fatto che mia sorella fosse il capitano o mia madre il coach.
- My sister was not just playing with the boys team. She was actually the captain of the boys team. And the coach? It was my mother. This was the terrific thing about growing up in a town of 7,000 people in the middle of nowhere. There was a real feeling of equality. Nobody said anything about my sister being the captain or my mother being the coach.[2]
- [Sulla differente percezione tra calcio maschile e femminile] Lavoriamo duro come qualsiasi calciatore, punto. Passiamo attraverso le stesse esperienze e le stesse angosce. Facciamo gli stessi sacrifici. Lasciamo le nostre famiglie per inseguire i nostri sogni. Si tratta semplicemente di rispetto.
- We work just as hard as any footballer, period. We go through the same experiences and heartaches. We make the same sacrifices. We leave our families behind to chase our dreams, too. It is simply about respect.[2]
Il mio calcio è femminismo
Intervista di Alessandro Grandesso, SportWeek nº 9 (926), 2 marzo 2019, pp. 46-49.
- [«Il calcio femminile come lotta femminista?»] Mi sento in modo indissociabile calciatrice e femminista perché come donna che gioca a calcio devo battermi ogni giorno per il mio posto e per far avanzare le cose. Il nostro calcio è femminista perché esprime la volontà di andare verso l'eguaglianza, in senso generale.
- Per me non ha senso dire calcio "femminile". Mi considero invece una donna che gioca a calcio.
- Quello della donna vista come una sorta di maschio solo perché gioca a calcio è un cliché che non ha più senso.
- Quando la federazione norvegese nominò una donna alla direzione delle selezioni mi chiesero cosa ne pensassi. Risposi che speravo fosse stata scelta perché competente, non perché donna. Forse bisogna chiedersi se le donne, a pari competenze, abbiano le stesse opportunità degli uomini. O se le ragazzine abbiano le stesse possibilità di vivere la passione per il calcio dei maschi. Credo di no. E non vale solo per il calcio.
Citazioni su Ada Hegerberg
[modifica]- [«Cosa ha pensato quando al Pallone d'oro Ada Hegerberg hanno chiesto di "twerkare" in mondovisione?»] Che di fronte a una donna di potere l'uomo impallidisce. Non ha gli strumenti e, quindi, non gli resta che sminuirla. (Milena Bertolini)
Note
[modifica]- ↑ (EN) Dall'intervista di Suzanne Wrack, Ada Hegerberg: 'The Ballon d'Or was an amazing night for women', theguardian.com, 8 dicembre 2018.
- ↑ a b (EN) Da Not Here to Dance, theplayerstribune.com, 16 dicembre 2018.
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