Milena Bertolini

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Milena Bertolini (2018)

Milena Bertolini (1966 – vivente), allenatrice di calcio ed ex calciatrice italiana.

Citazioni di Milena Bertolini[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • [«Come si è avvicinata al calcio?»] In modo molto naturale nel senso che dove abitato io c'erano dei ragazzi che giocavano a calcio e ho iniziato con loro. Ma amando lo sport in generale, probabilmente se si fosse giocato a basket o pallavolo avrei intrapreso quella strada. È capitato il pallone.[1]
  • La donna nel mondo del calcio può essere solo velina o moglie del calciatore. Dico questo senza voler offendere nessuno. Non ci può essere l'opinionista tecnica o la giornalista compentente, ma nemmeno una donna nello staff tecnico di una squadra. Questa visione della donna fa sì che la nostra non sia una democrazia piena.[2]
  • Quello che trasmette un atleta non è la bellezza estetica, ma quella del gesto e dei valori sportivi.[2]
  • Mi allenavo esclusivamente con i maschi e soffrivo molto di non poter giocare con le altre bambine, ma non esistevano le squadre femminili. È stata una vera sofferenza nel fisico e nell'animo anche perché tutti mi scambiavano per un maschio per via dei miei capelli corti; penso che queste siano piccole cose che inevitabilmente lasciano una traccia indelebile nello spirito di una bambina.[3]
  • Il calcio maschile è più essenziale, lineare e potente; i calciatori vengono allenati per essere più concreti dell'avversario; l'uomo guarda più alla finalizzazione rispetto al calcio femminile dove invece c'è molta più costruzione e lavoro di squadra. Questo aspetto si può legare anche alla psicologia, che vede la donna padrona di un pensiero più circolare rispetto all'uomo. Non è un caso che il calcio di Guardiola sia stato raccontato anche come molto femminile; condivido il pensiero, quel Barcellona giocava sulla tecnica, sui fraseggi e sul gioco corto, era una squadra che arrivava al gol con tanta manovra; queste sono tutte caratteristiche che osserviamo nel calcio femminile.[3]
  • [«Quali sono i suoi punti di riferimento?»] Ancelotti perché non ha mai perso di vista la persona, Guardiola per l'idea di pallone che ha in testa, lo Zeman di Foggia per il calcio propositivo e la schiettezza.[4]
  • [«Cosa ha pensato quando al Pallone d'oro Ada Hegerberg hanno chiesto di "twerkare" in mondovisione?»] Che di fronte a una donna di potere l'uomo impallidisce. Non ha gli strumenti e, quindi, non gli resta che sminuirla.[4]
  • [Sulla ritrosia verso il calcio femminile] Sono le madri a fare più resistenza. C'è ancora qualcuno che ha paura che il calcio faccia venire i polpacci grossi. A quelli, altrettanto tonici della ballerine, non ci pensa nessuno invece.[5]
  • I maschi hanno paura di confrontarsi con una donna sul calcio e magari di scoprire che non sono alla sua altezza. È lo stesso meccanismo che c'è dietro alla violenza contro mogli, compagne, figlie: l'uomo difende quello che crede essere il suo territorio.[5]
  • Il calcio giocato dalle donne è un calcio bello per i suoi aspetti di fair play, di gioco, di sacrificio e impegno. Il giocare per il piacere di giocare. [...] È più fantasioso armonioso, piacevole. Non a caso i giocatori più forti [...] hanno avuto movenze per così dire femminili, penso a Baggio che univa eleganza, armonia, destrezza.[6]
  • A me, come a tante mie colleghe, chiedevano sempre: "Come fai a giocare con le tette?". Ma perché questa domanda non la fanno a chi gioca a basket femminile, a tennis, a pallavolo? Perché il calcio viene considerato un ambito maschile. Se una donna decide di provarci bisogna per forza trovare qualcosa che non va.[7]
  • Metto in campo le giocatrici che secondo me sono le più brave e poi trovo il modulo. Non ho un sistema mio e non significa che non si possa cambiare [...]. Quello che conta sono i principi, gli attaccanti devono essere i primi difensori e i difensori sono i primi registi, quelli che impostano il gioco, poi i moduli sono una conseguenza. L'importante è mettere le giocatrici nelle migliori condizioni di esprimersi, il calcio sono loro e le loro interpretazioni.[8]
  • È vero, in Spagna la situazione è diversa rispetto all'Italia, qui abbiamo una mentalità arretrata e lo dimostra sia il modo in cui viene vista l'omosessualità che i tanti pregiudizi sul calcio femminile. Elena [Linari] è stata brava e coraggiosa, oggi è una persona conosciuta e un punto di riferimento per i giovani: che i personaggi pubblici si espongano sul tema della propria sessualità può aiutare i ragazzi e le ragazze che li seguono e magari hanno paura di esprimersi.[9]
  • Le donne, come dico sempre, sono più avanti rispetto agli uomini e hanno molto coraggio. Forse per una calciatrice è più semplice fare coming out perché nel calcio femminile ci sono meno pressioni. Per un ragazzo può essere più difficile ma se un calciatore uscisse allo scoperto avrebbe un impatto fortissimo e fondamentale sui giovani. Anche perché negli spogliatoi troverebbe la solidarietà di tantissimi compagni di squadra: i giovani di oggi hanno una mentalità più moderna. È ovvio e innegabile che ci siano omosessuali anche nel calcio maschile: sarebbe davvero importante che qualcuno trovasse il coraggio e si esponesse.[9]
  • Il linguaggio del calcio femminile è sessista [...] essere chiamata Mister non mi piace. Quando c'è da marcare un'avversaria le ragazze in campo urlano: uomo. Perché così sono abituate a fare sin da bambine. Vorrei un cambiamento nel linguaggio copiato dal calcio maschile. La terminologia è importante. Bisogna lavorare sulle giovani generazioni e dare un'identità al calcio femminile.[10]
  • Stiamo migliorando, culturalmente stiamo crescendo, ma il pensiero dell'italiano medio è che comunque il calcio è maschile e quando ci sono le donne percepisco che infastidiscono.[11]

Note[modifica]

  1. Dall'intervista di Francesca Di Giuseppe, Milena Bertolini: "La rivoluzione nel calcio femminile? Io non la vedo", golditacco.it, 7 aprile 2016.
  2. a b Dall'intervista di Chiara Pizzimenti, «Le "donne non possono parlare di calcio"? Italiani primitivi», vanityfair.it, 15 aprile 2016.
  3. a b Dall'intervista di Camilla Spinelli, Il calcio femminile è una missione, intervista a Milena Bertolini, ultimouomo.com, 1º maggio 2018.
  4. a b Dall'intervista di Gaia Piccardi, Calcio donne, il ct delle azzurre Bertolini: «È il nostro anno, l’Italia al Mondiale farà bella figura», corriere.it, 3 gennaio 2019.
  5. a b Da un'intervista a Grazia; citato in Milena Bertolini: "La nostra cultura è arretrata. Sono allibita dalla naturalezza con cui...", golssip.it, 27 marzo 2019.
  6. Da un forum organizzato dall'ANSA; citato in Per Milena Bertolini saranno le donne a salvare il calcio, letteradonna.it, 3 maggio 2019.
  7. Dall'intervista di Alessia Cruciani, Il nostro calcio è una bellezza, SportWeek nº 23 (940), 8 giugno 2019, pp. 45-48.
  8. Dall'intervista di Federico Aquè, La lunga strada del calcio femminile: intervista a Milena Bertolini, ultimouomo.com, 8 ottobre 2019.
  9. a b Dall'evento Rai e Figc: valore nazionale; citato in Francesco Caruana, Nazionale donne, Bertolini: "Coming out? Le ragazze sono più coraggiose dei calciatori", repubblica.it, 21 ottobre 2019.
  10. Da un'intervista a sportdonne.it; citato in Ct Milena Bertolini: "Avevo i capelli corti, mi facevo chiamare Mario", tuttocalciofemminile.com, 29 ottobre 2019.
  11. Da un'intervista a Rai Sport; citato in Calcio donne, Bertolini: "Poco entusiasmo, forse diamo fastidio", ansa.it, 21 settembre 2022.

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