Agonia
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Citazioni sull'agonia.
- Agonia è l'altro volto dell'esperienza dell'alterità: se l'Altro è altro il rapporto all'altro è lotta. (Bruno Forte)
- Agonia: l'aperitivo che precede la morte. (Roberto Gervaso)
- Agonia. Nivasio pensava con tutto il suo pensiero al significato della parola agonia. Lotta! E chi lottava era sua madre. Sua madre! Lottava contro un invisibile avversario, senza possibilità di aiuto, senza speranza di vittoria. Invano. E allora Nivasio capì che per passare dalla vita alla morte bisogna curvarsi e farsi piccoli piccoli come per passare attraverso un pertugio molto stretto. Allora Nivasio pensò che la morte è il parto più difficile e una terribile nascita. Allora Nivasio capì che tutta la sofferenza dell'agonia è in questa strettezza del pertugio. Allora Nivasio sentì che quando la creatura anche più cara a noi agonizza, ossia lotta per il passaggio, quello che essa invoca da noi non è di trattenerla di qua dal passaggio, ma, terribile a dire, di aiutarla a passare di là. (Alberto Savinio)
- Io, lo giuro, non ho paura della morte, ma l'agonia sì, mi fa paura, specialmente quando dura anni, e ti mozza il lavoro, e tu stai male, avresti bisogno di riposarti e di guarire, e invece continuano a tafanarti i padroni di casa, i letturisti della luce, Mara con la comunione e le palline del bimbo, le tasse, i rappresentanti di commercio, i datori di lavoro, i medici, i farmacisti, le cambiali, gli esattori dell'abbigliamento. L'agonia continua fino a che a tutti costoro sembri che ci sia il modo di levarti di corpo qualcosa ancora, e fino a che tu abbia la forza di continuare. Poi lasciano che tu muoia. (Luciano Bianciardi)
- L'agonia è la suprema notte oscura della quale anche i perfetti hanno bisogno per l'assoluta purezza; per questo, meglio sia amara. (Simone Weil)
- La domanda può essere formulata anche in questo modo: è meglio gridare e accelerare così la propria fine? Oppure tacere e guadagnarsi un'agonia più lenta? Ma esiste poi una risposta a queste domande? (Milan Kundera)
- «Ma l'agonia» continuò il giudice «è uno stato, propriamente, nel giusto senso della parola, in cui la vita ha più parte che la morte; e posso anche ammettere, dunque, che la sentenza gliel'abbia prolungata. Ma ecco: o questa nostra vita è soltanto caso e assurdità e vale soltanto in sé, nelle illusioni in cui la si vive, al di qua di ogni altra illusione, e dunque il viverla ancora per qualche anno, per qualche mese o addirittura per qualche giorno, appare come un dono: così come ai malati di cancro o di tubercolosi, assurdamente nell'assurdo; o è invece parte, questa nostra vita, di un disegno imperscrutabile: e allora varrà, quest'agonia, a consegnare quest'uomo a un qualche aldilà con più pensieri, con più pensiero, magari con più follia, se non vogliamo dire con più religione». (Leonardo Sciascia)
- Ogni sensore del dolore brucia contemporaneamente finché l'agonia non sarà solo una parola o un concetto... ma la tua unica realtà. (Dr. House - Medical Division)
- Questa specie d'agonia differita, lucida, ben portante, durante la quale è impossibile capire altro che non siano le vertià assolute, bisogna averla sperimentata per sapere per sempre quel che si dice. (Louis-Ferdinand Céline)
- Si chiama agonia, Matrix. Stimola direttamente i recettori nervosi del dolore – fino all'ultimo. Immagina il peggior dolore che tu abbia mai sentito nella tua vita, moltiplicato un migliaio di volte. Ora immagina che continui. Per sempre. Oh, è vero... non devi immaginarlo. (Justice League Unlimited)
- Invano l'Occidente cerca per sé una forma di agonia degna del proprio passato.
- Non vi è che questo pullulare di moribondi affetti da longevità, tanto più detestabili in quanto sanno organizzare così bene la loro agonia.
- Provo soltanto disgusto per coloro che nell'agonia si dominano e s'impongono atteggiamenti destinati a suscitare impressione. Le lacrime sono cocenti unicamente nella solitudine. Tutti quelli che nell'ora suprema vogliono circondarsi di amici lo fanno per paura e per incapacità di affrontare i loro ultimi istanti. Cercano di dimenticare, nel momento capitale, la propria morte.
- Tante volte mi ha fatto morire la mia avidità di agonie che mi sembra indecente abusare ancora di un cadavere dal quale non posso ricavare più niente.