Agrippina minore

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Agrippina minore

Giulia Agrippina Augusta meglio conosciuta come Agrippina minore (15 – 59), nobildonna e imperatrice romana.

Citazioni di Agrippina minore[modifica]

Ventrem feri.

Citazioni su Agrippina minore[modifica]

  • Aveva ella ricevuti dalla natura tutti quei vantaggi del corpo e dell'animo, i quali potevano renderla una principessa in tutte le sue parti perfetta, se non gli avesse guastati col l'uso infame, che di essi fece. Non cedeva a qualunque altra si fosse in bellezza. Aveva l'aria maestosa, le maniere nobili, lo spirito vivace ed inquieto, capace delle più ardue imprese; e ne fece vedere la forza e la delicatezza nel tempo stesso col mezzo delle curiose memorie, nelle quali raccolse gli accidenti della sua vita, le quali non poco giovarono allo storico Tacito nella tessitura dei suoi annali. Era dominata, all'opposto, da un'avarizia insaziabile, da una gelosia tale da farle commettere le vendette più atroci, e sopra ogni cosa da una smoderata superbia la quale fu forse la principale cagione de' suoi delitti e delle sue disgrazie. (Jacques Roergas de Serviez)
  • Giulia Agrippina ereditò a suo tempo la scostumatezza dell'ava materna, Giulia di Augusto, e la crudele freddezza di quella paterna, Livia, senza avere né le virtù di Germanico né quelle di Agrippina, ma unendo, alla mente culta, volontà tenace e sentimento virile. (Umberto Silvagni)
  • Nessuna tra le imperadrici fece più di Agrippina parlare di sé. In lei ogni cosa fu eccelsa, o si consideri la nascita, la bellezza, i difetti, le belle qualità, o finalmente le sue disgrazie. (Jacques Roergas de Serviez)
  • Questa orribile donna ha sempre utilizzato l'atto sessuale come mezzo politico. Per assassinare Caligola, si è data a Lepido. Per garantire la propria autorità presso Claudio, ha preso per amante il suo ministro favorito, Pallante. Ora, per meglio tenere suo figlio [Nerone], pensa di diventarne l'amante. (Georges Roux)

Note[modifica]

  1. Citato in Publio Cornelio Tacito, Annales, lib. XIV, cap. VIII. Secondo l'autore tutte le fonti riportano che Agrippina, già bastonata in testa da uno dei carnefici assoldati dal figlio Nerone, le pronunciò porgendo il grembo a un altro che impugnava la spada.

Altri progetti[modifica]