Alberto Jacometti

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Alberto Jacometti

Alberto Jacometti (1902 – 1985), giornalista, scrittore e politico italiano.

Citazioni di Alberto Jacometti[modifica]

  • Chi viene dal mare si trova di fronte a un paesaggio desolato. Tranne in primavera, quando le ginestre sono fiorite, l'intera isola si direbbe incolta e spelata. Sulla punta bassa il villaggio di Ventotene si rannicchia intorno alla mole vistosa del suo castello. Case rosse, gialle e bianche, assolutamente prive di tetti, aggrappate le una alle altre, gli danno l'aspetto di un villaggio arabo. Tale impressione permane quando, con l'aiuto di barchette a remi, si è messo il piede a terra. Le straducce tortuose del basso, le grotte scavate nel tufo, i corridoi, le scale, gli interni bui e profondi, accentuano anzi la rassomiglianza. Più in su il villaggio è disposto su quattro vie a due a due parallele, via dei Granili e Muraglione da sud a nord, Calanave e degli Olivi da ovest a est, che formano, per così dire, il lato sinistro e inferiore di una cornice. Piazza Castello ne occupa l'angolo. La città confinaria chiude a modo suo il lato settentrionale. Verso ponente lo spazio è vuoto: via degli Olivi e via Calanave si addentrano profondamente nell'isola. Ci s'addentrano come due trincee fra alti muri a secco costruiti con blocchi di tufo. Ed ecco si scopre che l'isola è coltivata ed egregiamente coltivata. Se non che le culture a forza di muretti e di siepi di fichi d'India sono sottratte alla vista di chi viene dal mare. Precauzione? Può darsi. Dal mare veniva il predone. Vi si trovano le tre piante più resistenti all'asprezza del clima: fave lenticchie e orzo. Vi si trova la vigna. A Ventotene, non essendoci né cavalli né buoi né muli né asini né vacche da lavoro, non c'è un aratro. La vanga serve per lo scasso; la terra si lavora a forza di zappa. È una terra soffice, leggera, estremamente fertile.[1]

Mia Madre[modifica]

  • C'è, tra uomini e bestie, tra certi uomini e le bestie, domestiche o no, riconoscimenti inesplicabili, simpatie spontanee e subitanee. Si direbbero, costoro, persone segnate. (p. 23)
  • Mia madre era la casa stessa che, senza di lei, era vuota e buia e morta [...]. (p. 24)
  • Il passato non è passato, nel cuore delle madri: è presente. (p. 152)

Note[modifica]

  1. Da Ventotene, cap. Presentazione di Ventotene, Fratelli Frilli editori, 2015. ISBN 978-88-6943-047-3

Bibliografia[modifica]

  • Alberto Jacometti, Mia Madre, Edizioni Avanti!, Milano, 1960.

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