Alberto Patrucco
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Alberto Patrucco (1957 – vivente), comico italiano.
Intervista di Giuseppe Ciarallo, Rivistapaginauno.it, ottobre 2009.
- La televisione in sé è un elettrodomestico intrigante e tecnologicamente avanzato. Oggi, ha anche più programmi della lavatrice.
- [Sul programma televisivo Zelig] Pensavo al gruppo di comici entusiasti e allo spettacolo che andava crescendo come a un campo fertile appena concimato, nel quale ognuno di noi era chiamato a gettare il proprio semino per poi vedere germogliare e raccogliere dei variopinti e profumati fiori. Di quel campo concimato, nella mia memoria è rimasto solo un insopportabile odore di merda.
- Riguardo alla vena satirica di Brassens, hai ragione, affonda le proprie radici in una tradizione tutta francese e che sinceramente stento a ritrovare nell'ambito di altre culture. Che sia il frutto, questo, di una importante rivoluzione che altri popoli non hanno avuto?
- Gaber è stato il più vicino alla poetica di Brassens, pungente, profondo, ironico, anticlericale, tanto feroce contro il potere e la borghesia quanto ipercritico con le storture e le ipocrisie di "quelli della sua parte".
- Ascoltando le sue canzoni è rarissimo incappare in qualcosa che ti faccia identificare con precisione l'epoca in cui la vicenda si svolge. Non ci sono punti di riferimento temporali, non si parla di automobili, aerei, lampadine, radio, televisione. Le canzoni di Brassens sono mondi atemporali e forse proprio per questo resistono all'usura del tempo e rimangono, per le loro tematiche, di un'attualità sconcertante.
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