Aleksandr Bortnikov

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Aleksandr Bortnikov nel 2020

Aleksandr Vasil'evič Bortnikov (1951 – vivente), funzionario e generale russo.

Intervista al direttore dell'FSB Aleksandr Bortnikov

Da Vladislav Aleksandrovič Fronin, Rossijskaja Gazeta, 19 dicembre 2017; tradotto in memorialitalia.it.

  • Sugli organi di sicurezza sono sorti molti miti, spesso terribilmente duri a morire. La non trasparenza del nostro lavoro, oggettivamente, non permette un’informazione completa e tempestiva circa quanto è stato fatto. Questo favorisce la nascita di, diciamo così, un’aura di mistero intorno agli organi di sicurezza e, nello stesso tempo, fa crescere l’interesse del pubblico verso fonti d’informazione alternative, spesso in malafede. Alcune di esse, a caccia di sensazionalismo, esagerano il ruolo dei servizi segreti negli avvenimenti attuali, mentre altre, portando avanti una vera e propria propaganda, mentono apertamente.
  • La nostra Patria più volte è stata oggetto di attentati da parte delle potenze straniere. L’avversario ha cercato di sconfiggerci, sia con la battaglia aperta, sia con il supporto di traditori all’interno del paese, di fomentare la rivolta, di deteriorare il nostro rapporto con il popolo e di paralizzare la capacità dello Stato di reagire tempestivamente e con efficacia alle minacce emergenti. La distruzione della Russia per alcuni rimane tuttora un’idea fissa.
  • La parola čekista è da tempo una figura del discorso. Si è radicata profondamente non solo nel nostro gergo professionale, ma è anche largamente utilizzata in ambito giornalistico e nella società in genere.
  • I čekisti individuavano con successo e mettevano fine all’attività sovversiva dei servizi segreti stranieri, dei terroristi, dei banditi e delle organizzazioni degli emigrati bianchi, e garantivano la sicurezza alimentare.
  • Rinnegare la parola čekista equivale a condannare all’oblio la generazione dei nostri predecessori.
  • [Sulle grandi purghe] Sebbene molti associno questo periodo con la fabbricazione delle accuse di massa, i materiali d’archivio, compresi quelli alla base di famosi processi aperti, testimoniano la presenza di una parte di obiettività in gran parte delle cause penali. I piani dei sostenitori di Trockij per la destituzione e l’eliminazione di Stalin e dei suoi, non sono affatto un’invenzione, così come anche i legami dei congiurati con i servizi segreti stranieri. Inoltre, una grande quantità di protagonisti di quei processi furono rappresentanti della nomenclatura del partito e delle Direzioni degli organi di tutela dell’ordine pubblico che si erano macchiati di corruzione, abusi e condanne sommarie.
  • Nelle regioni occidentali dell’Urss agivano molte formazioni nazionaliste ben equipaggiate, che in precedenza collaboravano con Hitler e in seguito vennero abbondantemente protette dai servizi americani e britannici. I banditi terrorizzavano la popolazione, con incursioni armate, sabotaggi e omicidi. A partire dal 1944, nei confronti di questi gruppi di banditi sono state condotte dai čekisti molte operazioni, paragonabili alle attuali operazioni contro il terrorismo. All’eliminazione fisica dei leader nazionalisti e di una serie di guerriglieri contribuì l’apparato spionistico, costituito in tempi brevissimi, formato dagli abitanti locali. A metà degli anni Cinquanta, le attività clandestine erano sostanzialmente liquidate. Tuttavia, la ricerca e il rinvio processo dei criminali di guerra sono proseguiti fino alla fine degli anni Ottanta.
  • I nostri organi di sicurezza, percorrendo un cammino difficile, hanno tratto dalla storia lezioni importanti. Adesso l’Fsb è libero dall’influenza politica e non serve nessun interesse di partito o di gruppo. Costruisce il suo lavoro sulla base della Costituzione e della legislazione federale. Agisce negli interessi del mantenimento della sicurezza dell’individuo, della società e dello Stato. I risultati del nostro lavoro sono tenuti in grande stima dal presidente e ogni anno trovano sempre maggiore appoggio nei cittadini.

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