Alessandro Alunni Bravi

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Alessandro Alunni Bravi (1974 – vivente), avvocato e dirigente sportivo italiano.

Citazioni di Alessandro Alunni Bravi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • [Su Fernando Alonso] Lo ingaggerei anche se avesse 45 anni o di più [...]. Ho potuto constatare di persona il lavoro che può svolgere quotidianamente come pilota, la sua capacità, la sua grande determinazione. Devo dire che il Fernando che è tornato in F1 dopo l'esperienza nel Mondiale Endurance (e in altre categorie) l'ho visto cambiato, con una grande cattiveria (nel senso buono del termine) e un'enorme voglia di dimostrare le sue qualità, è come se fosse un "rookie" che gareggia al suo primo anno in F1. [...] È un campione. Non si vincono due titoli mondiali di F1 se non si hanno determinate caratteristiche. Per me è un piacere vederlo. [...] è uno dei migliori piloti della F1, e questo deve essere riconosciuto.[1]
  • Io sono molto legato alle mie radici. Vengo da Passignano sul Trasimeno che, come mi piace ricordare, è stata la patria della Coloni, una squadra che negli anni Ottanta è stata vincente in Formula 3, fino ad arrivare poi come costruttore in Formula 1 nel 1987. Erano gli anni della mia gioventù, quando iniziavo a sognare e cercare di capire che cosa volessi fare da grande. E poi l'autodromo di Magione, che è stato il mio "oratorio". I sabati e le domeniche passate in pista sono stati per me estremamente importanti, il terreno fertile in cui ho potuto coltivare la mia passione per i motori. [...] senza dubbio l'Umbria, il mio Paese e l'autodromo di Magione hanno rappresentato un elemento fondamentale in questo processo.[2]

F1 | Alunni Bravi: "Io in Ferrari? Spero un giorno Sauber lotti con loro"

Intervista di Roberto Chinchero, motorsport.com, 28 febbraio 2023.

  • Oggi in Formula Uno ci siamo abituati ad avere a che fare con tanti nomi che identificano dei ruoli. Ricordo quando non esistevano team manager o team principal perché a decidere tutto erano i fondatori, i proprietari delle squadre che svolgevano molte le funzioni in sede come in pista. Le mie origini sono di Passignano sul Trasimeno, e ricordo bene Enzo Coloni proprietario dell'omonimo team che di fatto era team principal, direttore commerciale, ed anche ingegnere di pista! Poi la Formula 1 si è evoluta con l'ingresso dei costruttori e abbiamo iniziato ad avere molte figure di responsabilità poiché è diventato impossibile racchiudere tante competenze in una singola persona.
  • Sono convinto che i buoni piloti trovano sempre supporti al di là della loro nazionalità, soprattutto oggi in uno scenario che vede tutti i team di Formula 1 investire nei loro programmi "junior". Non è una questione di supporti ma di cultura, preparazione e capacità nel fare le scelte giuste, uscendo dal proprio piccolo orto e andando a misurarsi nei campionati più competitivi, si cresce andando dove la competizione è altissima non dove si può avere una vita facile, e questo vale per i piloti, per i manager e per tutti i professionisti del settore.
  • La Ferrari è un obiettivo per molti addetti al lavori, quindi dire che la Ferrari non sia un obiettivo per me sarebbe soltanto dare una risposta evasiva e non sono abituato a dare risposte evasive.

Alunni Bravi: "Servono risultati, la F1 è sempre più come il calcio"

Intervista di Carlo Platella, formulapassion.it, 10 settembre 2023.

  • La Formula 1 è sempre più legata ai risultati. Se c'è un aspetto negativo degli ultimi anni è che questo sport sta diventando sempre più come il calcio. Gli allenatori devono fare risultato, altrimenti vanno cambiati. [...] nessuno vuole prendersi questa responsabilità. [...] Credo fortemente che le strutture in Formula 1 debbano avere una struttura piramidale, dove chi è al vertice si assume la responsabilità della scelta. Chi guida un gruppo deve avere le capacità e la personalità di essere un leader. È facile andare sul podio quando si vince. Il difficile è tornare in fabbrica il lunedì dopo una gara difficile e motivare tutti, è fondamentale. Ci sono stati Team Principal con questa grandissima capacità, uno tra tutti Jean Todt. Era così anche il dottor Marchionne. La differenza non la fa la struttura o la ripartizione dei ruoli, ma la personalità delle figure chiave.
  • Avere più ruoli a volte è visto come un limite, ma in alcune situazioni permette di avere una visione più ampia. Questo ad esempio può riguardare la gestione piloti e la conoscenza del mercato. [...] Non lo vedo come un limite. In Formula 1 si è spesso parlato di conflitti di interesse. Molte volte però si trattava di un'ampia conoscenza del mercato, non limitata a un singolo ruolo. Poi bisogna fare delle scelte, essendo il tempo limitato per tutti. In certe posizioni, questo lavoro è totalmente assorbente e richiede una dedizione totale.
  • [«C'è una caratteristica, un regolamento o una cultura di un altro sport a cui la Formula 1 dovrebbe ispirarsi?»] [...] a Miami abbiamo avuto tutti insieme un incontro importante con il commissioner della NFL. Loro ad esempio hanno il sistema del draft, dove le migliori scelte dei giocatori vengono assegnate alle squadre inferiori, permettendo di avere un campo livellato. Anche l'NBA è così. In Formula 1 questo è molto difficile, perché ognuno ha la propria academy per i piloti. Inoltre, siamo uno sport molto tecnologico. Questo principio però può essere declinato anche in altri settori. Già lo facciamo con le restrizioni alle analisi in galleria del vento, le ATR. C'è un numero massimo di risorse per le simulazioni, attribuite al 110% all'ultimo classificato per poi andare scalando verso l'alto. Questo sistema in futuro potrebbe essere introdotto anche su altri aspetti regolamentari. È un meccanismo automatico che, a differenza del Balance of Performance, non è soggetto a interpretazione. Dobbiamo capire che avere una competizione più stretta è nell'interesse di tutti, della Formula 1 e dei nostri fan. Ciò non toglie che si debba rendere merito a quello che Max Verstappen e la Red Bull stanno facendo. La convergenza non può andare a discapito di chi ha saputo fare il suo lavoro.
  • [«Conviene prendere figure di spicco o rinforzare il livello medio?»] Bisogna prendere persone capaci. Questo non lo dicono né i titoli né le posizioni. Servono figure capaci in ogni ruolo. Torniamo all'esempio calcistico. Davanti alla porta puoi avere due attaccanti, ma magari uno fa più goal dell'altro. È la qualità a fare la differenza. All'interno di questa qualità poi puoi costruire tutte le strutture che vuoi. È come per le strategie di gara. Quando Ross Brawn voleva fare tre pit stop per mantenere un ritmo da qualifica, era una strategia che funzionava con Schumacher. Se chiedevi la stessa strategia a un altro pilota era inefficace. La qualità è la chiave di tutto, sempre.

Note[modifica]

  1. Da un'intervista al Mundo Deportivo; citato in Alessandro Prada, Alunni Bravi: "Ingaggerei Alonso anche se avesse 45 anni", formulapassion.it, 8 giugno 2023.
  2. Dall'intervista di Francesco Ippolito, Formula Uno, Alunni Bravi ai vertici della Sauber Alfa Romeo: "Orgoglioso delle mie radici", perugiatoday.it, 29 luglio 2023.

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