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Alfredo Ildefonso Schuster

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Alfredo Ildefonso Schuster

Alfredo Ildefonso Schuster (1880 – 1954), cardinale e arcivescovo cattolico italiano.

Citazioni di Alfredo Ildefonso Schuster

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  • Dopo 16 secoli, ecco un’altra marcia su Roma, ed ecco un altro editto di pace religiosa, di quella pace che è stata firmata nel Trattato del Laterano, e che dando a Dio l’Italia, ha dato all’Italia Dio … Dio ha voluto dare anche al Duce un premio che riavvicina la sua figura storica agli spiriti magni di Costantino e Augusto, recingendo, per opera di Benito ­Mussolini, Roma e il Re di un nuovo rigoglioso lauro imperiale.[1]
  • È nata all'estero e serpeggia un po' dovunque una specie di eresia, che non solamente attenta alle fondamenta soprannaturali della cattolica Chiesa, ma materializza nel sangue umano i concetti spirituali di individuo, di Nazione e di Patria, rinnega all'umanità ogni altro valore spirituale, e costituisce così un pericolo internazionale non minore di quello dello stesso bolscevismo. È il cosiddetto razzismo.[2]
  • Si parla assai e dappertutto di buona volontà di pace per evitare ad ogni costo un conflitto internazionale. Ma codesta filosofia nordica [il razzismo], che è diventata teosofia e politica insieme, non costituisce, forse, la fucina ove si forgiano le armi più micidiali per una guerra a venire?[3]
  • Tra noi, la Chiesa cattolica oggi si trova di fronte, non tanto a un nuovo Stato fascista, giacché questo esisteva già nell'anno del Concordato, ma di fronte a un'imperante sistema filosofico-religioso, nel quale, per quanto non lo si dica a parole, è implicita la negazione del Credo apostolico, della trascendenza spirituale della religione, dei diritti della famiglia cristiana e dell'individuo. [...]
    Di fronte a un credo apostolico e a una Chiesa cattolica di origine divina, abbiamo dunque un credo fascista e uno stato totalitario il quale, appunto come quello hegeliano, rivendica per sé degli attributi divini.
    Sul piano religioso il Concordato è vaporizzato. [...] Ora, se in filosofia vale ancora il principio di non contraddizione, ognun vede che tra il cristianesimo imperniato sul Decalogo e sul Credo di origine divina e codesto nuovo Stato hegeliano, totalitario, autoritario, sovrano fonte di eticità e spiritualità cattolica [...] – di quel cattolicesimo romano, s'intende, che preesisteva allo stesso cristianesimo – c'è un irriducibile antinomia. Il cristianesimo è essenzialmente soprannaturale, ed è spirito. Codesto Stato hegeliano, invece, è forza materiale ed è tutta cosa politica. Il cristianesimo vuole amare, temere e servire a Dio; codesta formula invece di statolatria usurpa i diritti di Dio e a lui si oppone. [..] Nello Stato fascista [...] c'è un unico assoluto, totalitario, interamente sovrano il quale non fa posto ad altri né cede lo scettro ad alcuno. È lo Stato, il quale penetra negli stessi spiriti e nelle coscienze.[4]

Liber Sacramentorum. Note storiche e liturgiche sul Messale Romano. Vol. VII

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  • Le antiche crociate contro gl’infedeli vogliono essere considerate da quel punto di vista soprannaturale, donde appunto le consideravano gli antichi. Esse rappresentarono lo sforzo massimo della Cristianità, perché la forza bruta dei musulmani non annientasse la civiltà dell'Evangelo. Anima di questa resistenza possente, diuturna e finalmente trionfatrice a Lepanto e a Vienna, fu il Pontificato Romano, che per oltre cinque secoli, non badando a sacrifici e a spese, congiunse in un sol fascio sotto il vessillo della Croce le forze cattoliche d'ogni nazione, e dirigendole contro la Mezzaluna, risparmiò all’Europa un gran numero di guerre interne, assicurandole inoltre il trionfo sull’Asia occidentale e sull’Islam.[5]
  • Una volta era l'Islam che minacciava la civiltà cristiana. Adesso invece è l’ebraismo, un popolo cioè che non ha patria, e che odia quindi quella d'altri, alleato, com'è, colla massoneria. Giudei e Massoni muovono al Cattolicismo ed all'Europa una guerra tanto più difficile e pericolosa, quanto più è subdola. Anche contro questo tremendo pericolo, noi dobbiamo ricorrere alle invitte armi della preghiera; e, poiché non ci è permesso d'odiare alcuno, ma ci viene invece ordinato di amare tutti, anche i nemici, imploriamo oggi la conversione di tutte codeste anime erranti, quelle appunto che fanno scatenato l’immane flagello della guerra, e che sole ne hanno ritratto vantaggio, – gli ebrei bolscevichi, Sionisti, Massoni, ecc. – affinché, convertiti tutti a penitenza, «Ecclesia … tranquilla devotione laetetur».[5]
  • Prodigio della destra dell’eccelso! A compiere le grandi meraviglie Egli si serve a preferenza degli strumenti abbietti, i più disadatti talvolta e i più spregiati dagli uomini, affinché l'esito non possa essere attribuito alla creatura, ma al solo Creatore. Così nel secolo XV, in pieno umanesimo, quando le stesse potenze cristiane, in cambio di ascoltare la voce del Supremo Pastore e muovere concordi contro la Mezzaluna che minacciava la libertà del mondo civile, con subdola politica rivaleggiavano fra di loro. Dio suscitò un povero figlio di san Francesco, che, sparuto in volto, scalzo e privo di mezzi, smuove colla sua parola infuocata metà d'Europa, e la conduce al trionfo sotto le mura di Belgrado. Digitus Dei est hic.[5]

Note

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  1. ‘La via trionfale da Augusto a Costantino’, Il Popolo d’Italia, 27 febbraio 1937. Citato in Nicolò Bettegazzi, Han Lamers e Bettina Reitz-Joosse (2019): "Viewing Rome in the Latin Literature of the Ventennio Fascista: Francesco Giammaria’s Capitolium Novum", Fascism. Journal of Comparative Fascist Studies, 8(2) Brill, p. 172. ISSN 2211-6249
  2. Dall'omelia Un'eresia antiromana e anticristiana, pronunciata il 13 novembre 1938 nel Duomo di Milano. Citato in AA. VV., Rari e preziosi. Documenti dell'età moderna e contemporanea dall'archivio del Sant'Uffizio, a cura di Alejandro Cifres e Marco Pizzo, traduzione di Erika G. Young, Gangemi Editore, Roma, p. 204. ISBN 978-88-492-6617-7
  3. Dall'omelia Un'eresia antiromana, pronunciata il 13 novembre 1938 nel Duomo di Milano, in Rivista Diocesana Milanese, n. 28, 1938, pp. 612-618. Citato in Riccardo Calimani, Storia degli ebrei di Roma, Dall'antichità al XX secolo, Mondadori, Milano, p. 702. ISBN 9788852079467
  4. Dall'allocuzione segreta al clero lombardo del 17 gennaio 1939, citato in P. Beltrame-Quattrocchi, Al di sopra dei gagliardetti. L'arcivescovo Schuster: un asceta benedettino nella Milano dell'"era fascista", Casale-Monferrato, 1985, pp. 262-263. In Emilio Gentile, Contro Cesare. Cattolicesimo e totalitarismo nell'epoca dei fascismi, Feltrinelli, Milano, 2010, pp. 429-430. ISBN 978-88 07-11107-5
  5. a b c Da Liber Sacramentorum. Note storiche e liturgiche sul Messale Romano. Vol. VII. I Santi nel Mistero della Redenzione. (Le feste dei Santi dalla Quaresima all’Ottava dei Principi degli Apostoli), Torino-Roma, 1930, pp. 86-89. Citato in Pensieri politicamente scorretti del Cardinale Schuster, radiospada.it, 28 marzo 2019.

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