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Alois Brunner

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Alois Brunner (1912 – 2001 o 2010), militare e criminale di guerra austriaco.

Citazioni su Alois Brunner

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Citazioni in ordine temporale.

  • Tra i criminali del Terzo Reich ancora in vita, Alois Brunner è senza dubbio il peggiore. Ai miei occhi uno dei peggiori in generale. Se Adolf Eichmann ha progettato il piano generale per lo sterminio degli ebrei, a tradurlo in pratica è stato Alois Brunner. Eichmann chiedeva che gli ebrei fossero presi, radunati e deportati – Brunner li prendeva, li radunava e li deportava. L'esempio migliore per far comprendere l'importanza del suo ruolo è quello del Sud della Francia. Anche in quella regione vigeva l'ordine di renderla judenrein, sgombra cioè da ebrei, se non che la popolazione francese, in intesa con le autorità di occupazione italiane, ne boicottava l'esecuzione: le deportazioni avvenivano solo sulla carta. Sinché arrivò Brunner a far marciare i treni.
  • Si potrebbe dire che Eichmann sia stato la mente e Brunner il braccio, ma ciò sminuirebbe il ruolo di Brunner: si trattava di un braccio dotato di cervello. Il suo contributo, a dir così, più rilevante fu l'invenzione del collaborazionismo ebraico. Inducendo, ora con minacce, ora con promesse, dei membri della comunità ebraica ad aiutarlo a catturare, radunare e deportare i loro correligionari, egli accelerò le deportazioni in una misura che suscitò l'ammirazione dello stesso Adolf Eichmann.
  • È impossibile dire chi fra Eichmann e Brunner sia stato il più micidiale. Essi costituiscono le due metà paritetiche di una stella doppia della morte. Ma Adolf Eichmann fu perseguitato, braccato per mezzo mondo e alla fine impiccato. Alois Brunner vive indisturbato in una villa a Damasco. Il suo indirizzo è noto a tutti, si sa in che modo egli fa arrivare i soldi alla famiglia, e di quando in quando rilascia un'intervista a un grande rotocalco, nella quale si rammarica di non essere riuscito a ripulire completamente il pianeta dagli ebrei.
  • Alois Brunner, classe 1912, non era, al pari di Eichmann, precisamente una SS da manuale. In ogni caso non aveva l'aspetto di quegli esemplari che i nazisti inviavano nei bordelli «Fonti-di-vita», per la produzione della razza pura, bella, bionda e dagli occhi azzurri. Era di statura media, scuro di capelli, aveva il naso lievemente arcuato e un aspetto come se nel suo albero genealogico si fossero mischiate linfe di ebrei e di zingari. Da un suo camerata, Dieter Wisliceny, sappiamo che queste fattezze gli avevano meritato un nomignolo: i camerati delle SS che gli erano ostili lo chiamavano «Süss l'Ebreo».

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