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Alva Myrdal

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Alva Myrdal (1966)
Medaglia del Premio Nobel
Medaglia del Premio Nobel
Per la pace (1982)

Alva Reimer Myrdal (1902 – 1986), diplomatica, politica e scrittrice svedese.

Il controllo internazionale del disarmo

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  • Il valore di ogni accordo sul disarmo o sulla regolazione degli armamenti dipende non soltanto dal numero delle nazioni che lo sottoscrivono ma anche della convinzione che esso sarà debitamente osservato. Tale convinzione dipende in ultima analisi dalla credibilità delle nazioni firmatarie dell'accordo. Tutti sono d'accordo che si deve poter contare sul fatto che le altre parti terranno fede ai loro obblighi. L'assunto seguente dev'essere quello che ogni governo cha ha negoziato un accordo sul disarmo (o sul non armamento), e che durante il periodo preparatorio ha lavorato a far sì che l'accordo fosse, nei limiti consentiti dall'interesse collettivo, il più possibile conforme alle proprie esigenze, entrerà come contraente nell'accordo senza alcuna intenzione di infrangerlo o di barare. (p. 11)
  • In senso stretto l'espressione «controllo del disarmo» potrebbe essere interpretata come limitata al controllo della distruzione degli armamenti. Di fatto all'inizio della conferenza sul disarmo di Ginevra si parlò spesso di tali «roghi» di bombardieri e di altre armi. Nella convenzione che proibisce la produzione di armi biologiche la distruzione dello stock esistente è richiesta apertis verbis. Nel 1969 il presidente Nixon fece il gesto magnanimo di promettere tale distruzione delle riserve di armi americane. Rimane il fatto che nessuna équipe internazionale di osservazione è mai stata invitata ad assistere alla distruzione di alcun tipo di armi. Il vizio logico nella richiesta che il controllo venga limitato all'esecuzione del disarmo consiste chiaramente nel fatto che, per poter stimare quanto sia stato distrutto o eliminato, è necessario sapere quale percentuale del totale esso rappresenti. (p. 13)
  • Ciò che complica il problema è in grande misura il fatto che gli atteggiamenti assunti dalle varie nazioni non sono chiaramente rivolti o a una situazione di disarmo generale e completo o a una in cui il disarmo sia parziale. Una ragione di ciò consiste con ogni probabilità, come ho ricordato, nella persistenza dell'idea di un sistema di controllo di assoluta sicurezza. Questo criterio è sempre stato associato a una situazione mondiale in cui le nazioni fossero totalmente disarmate e le Nazioni Unite avessero l'incarico di svolgere compiti di polizia nella società mondiale. Un progetto così ambizioso era incluso, per esempio, negli orientamenti fondamentali per i negoziati sul disarmo che furono sottoposti all'assemblea generale dell'ONU nel 1961 e che vanno sotto il nome di «Principi d'accordo McCloy-Zorin». (p. 13)
  • La verifica non è un surrogato della fiducia. La questione della fiducia in un accordo sul disarmo rimane un problema prevalentemente politico, ma la verifica può ovviamente contribuire alla fiducia e quindi favorire accordi internazionali. La fiducia può essere accresciuta con mezzi tecnici anche al di fuori dell'ambito della verifica, come dimostra l'allacciamento della «linea rossa» (hot line) fra gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica nel 1963. (p. 15)

Bibliografia

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  • Alva Myrdal, Il controllo internazionale del disarmo, in Le Scienze, numero 77, gennaio 1975, pp. 11-23.

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