Andromaca
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Andromaca, personaggio della mitologia greca.
Citazioni di Andromaca
[modifica]- [Ad Ettore] Cinquantamila greci non sono venuti fin qui per vedere un duello! Lo sai questo... (Troy)
- [Ad Ettore] Io ho perso sette fratelli nelle guerre contro Sparta. Dovrei aver imparato a perdere, ormai. Io non posso perderti! Non sopravviverei... (Troy)
- O di Tebe città, gemma dell'Asia, | donde un giorno venni io, con molta pompa | di doni nuziali, al regio tetto | di Priamo re, legittima consorte | d'Ettore! E allor segno d'invidia fu | Andromaca, ora sventurata è come | niun'altra donna: ché per man d'Achille | spento cader vidi lo sposo, e il figlio | Astïanatte, ch'io gli generai, | scaraventato giù dai muri eccelsi, | poi che gli Ellèni la pianura presa | ebber di Troia. (Euripide)
- O padre, o patria, o casa di Priamo! | Sacra dimora chiusa da cardini altisonanti, | io ti vidi, quando ancora era in piedi la potenza barbarica, | con i soffitti intarsiati e intagliati, | regalmente adorna d'oro e d'avorio. | Tutto questo ho visto incendiato, | la vita a Priamo strappata via con violenza, | l'altare di Giove insozzato di sangue. (Quinto Ennio)
- Oh! sei tu vero, o pur mi sembri Enea? | Sei corpo od ombra? Se da' morti udito | è il mio richiamo, Ettòr perchè te manda? | Perch'ei teco non viene? E sei tu certo | nunzio di lui? (libro III)
- O fortunata lei | sovr'ogni donna, che regina e vergine, | ne la sua patria a sacrificio offerta, | del nimico fu vittima e non preda, | né del suo vincitor serva né donna! | Io dopo Troia incensa, e dopo tanti | e tanti arati mari, a servir nata, | de la stirpe d'Achille il giogo e 'l fasto, | e 'l superbo suo figlio a soffrir ebbi. (libro III)
- Ma te quai venti, o qual nostra ventura | ha qui condotto, fuor d'ogni pensiero | di noi certo, e tuo forse? Ascanio nostro | vive? cresce? che fa? come ha sentito | la morte di Creusa? E qual presagio | ne dà, ch'Enea suo padre, Ettor suo zio | si rinovino in lui? (libro III)
Voci correlate
[modifica]- Ettore – marito