Anne Sinclair
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Anne Sinclair, nata Anne Schwarz (1948 – vivente), giornalista e conduttrice televisiva statunitense naturalizzata francese.
Citazioni di Anne Sinclair
[modifica]- Il 3 settembre 1939, giorno della dichiarazione di guerra, Paul Rosenberg è con la famiglia in Turenna, a Cinq-Mars-la-Pile. Chiude la galleria di Parigi e, per timore dei bombardamenti, trasporta a Tours alcuni dei suoi quadri che deposita sotto il nome del suo autista, Louis Le Gall. Saranno i primi a essere recuperati dopo la guerra, perché né i nazisti né le autorità francesi erano al corrente di questo nascondiglio.[1]
- [Sul nonno materno Paul Rosenberg] Il 7 febbraio 1940 prende in affitto una casa – «le Castel» – nel comune di Floirac La Souys, cinque chilometri a est di Bordeaux... I Rosenberg resteranno a le Castel fino al giugno 1940, quando decideranno d'urgenza di lasciare la Francia. Pur rendendosi conto della situazione (ma forse fidando comunque nella linea Maginot), il nonno farà trasportare qui decine di quadri. Per non separarsene – il che era ogni volta uno strazio – ma anche perché pensava che fossero al sicuro lontano da Parigi. Li chiuderà in una camera blindata presa in affitto a Libourne, presso la banca Bnci, diventata la Bnp con la nazionalizzazione del dopoguerra. Vi saranno depositati centosessantadue quadri; fra cui un autoritratto di Van Gogh e opere di Cézanne, Delacroix, Léger, Matisse, Sisley, Picasso, Vuillard, Utrillo, Corot, Monet e Braque. Saranno tutti portati via il 5 settembre 1941, quando i nazisti si faranno aprire la camera blindata numero 7. Le opere verranno spedite al Jeu de Paume. A Goering non resterà altro che impadronirsene.[1]
- Mio nonno Paul Rosenberg aveva rifiutato il nazismo con tutto il suo essere fin dall'inizio. Aveva assunto un ruolo attivo contro la vendita, da parte del governo tedesco, dell'arte «degenerata». Nelle sue vesti di presidente del Syndicat des Négociants en Objets d'Art (Sindacato dei commercianti di oggetti d'arte), intervenne presso i mercanti europei per convincerli a boicottare quelle vendite. Furono pochi coloro che si astennero dall'acquistare i dipinti spesso eccezionali che venivano così gettati sul mercato facendo sognare gli appassionati d'arte. Paul Rosenberg fu uno di quei pochi.[1]
Stefano Montefiori, corriere.it, 26 maggio 2021.
- [Sull'ex marito Dominique Strauss-Kahn] È dipeso forse da lui, ma forse anche da me: ho riprodotto lo schema della dipendenza che mi legava a mia madre. Stavo con lui nel terrore del disaccordo e nella paura di deluderlo. Ero soggiogata? Non so, in ogni caso si trattava di sottomissione e accettazione.
- Contrariamente a tutto quello che è stato detto, io non avevo voglia di andare all'Eliseo come première dame, e neanche lui del resto.
- [In riferimento agli abusi sessuali di cui era accusato il marito Dominique Strauss-Kahn] Voglio che si capisca che non sapevo niente dei comportamenti di mio marito. [...] Non ne sapevo nulla. So che è molto difficile da accettare, e se me lo raccontassero altri io stessa non ci crederei, eppure è così.
Note
[modifica]- ↑ a b c Da Rosenberg in fuga dai nazisti, ilsole24ore.com, 9 settembre 2012.
Voci correlate
[modifica]- Pierre Nora, compagno
- Paul Rosenberg, nonno
- Dominique Strauss-Kahn, ex marito
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