Anselmo Adorno

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Ritratto di Anselmo Adorno e di sua moglie

Anselmo Adorno, o Anselm Adornes (1424 – 1483), mercante, politico e diplomatico olandese.

Itinerarium in Asiam et Africam[modifica]

  • Tra le città d'Italia Genova mi è parsa in gran parte la più illustre per taluni aspetti e la più bella, a meno che non mi inganni e non mi tragga in errore l'affetto per l'antico progenitore Opizzino Adorno, che trasse origine da qui. Non mi ricordo di aver visto nessuna città, eccetto Damasco, più piacevole dall'aspetto esteriore: se uno si ferma presso la torre di Capodifaro, considererà la visione della città che gli si offre molto piacevole e mirabile.
  • Nella chiesa arcivescovile di San Lorenzo c'è in cenere il beatissimo corpo di Giovanni Battista ed anche la sacra e veneranda coppa tutta di finissimo smeraldo, in cui Dio consumò l'ultima cena con i suoi discepoli sul monte Sion nel santo giorno di Giove; alcuni dicono che sia stato il desco in cui da Erodiade era stato composto il capo di Giovanni Battista e poi messo sulla tavola di Erode. Mai abbiamo visto una così grande reliquia che sia fatta di una sola pietra; ci furono infatti mostrate altre preziose reliquie, sia a Venezia nel tesoro di San Marco, sia altrove; ma non ne abbiamo mai vista un'altra degna di tanta ammirazione: ha infatti sei angoli che formano sei palme in largo ed in rotondo ed ha due manici di smeraldo.
  • Il porto della città, straordinario per ampiezza e profondità, può ricevere in sé e fino ai lati dei moli in gran numero le maggiori navi del mondo: non vi è nessun popolo e nessuna nazione che abbia in mare navi talmente grandi che vi stiano come castelli. Vi sono infatti tre moli che penetrano nel porto, come ponti senza volte, e che entrano con le fondamenta in mare [...] Questi moli sono fatti di marmo e di pietra viva, con grande fatica, abilità e spesa di danaro: dicono che ogni piede sia costato 1000 ducati.
  • In questa città non vi è nulla che non sia per il massimo ornamento della città, eccetto l'austerità e la severità degli uomini che, sebbene non attenga al decoro, attiene tuttavia alla potenza della città. Nessuna città d'Italia è più forte, perciò come gli italiani definiscono Milano grande e popolosa, Firenze bella, Venezia ricca ed ammirevole, Napoli gentile e nobile, Ravenna antica, così chiamano Genova superba, magnanima e forte.
  • [Sugli abitanti di Genova] I cittadini sono numerosi, uomini assennati, modesti, temperati [...]

Bibliografia[modifica]

  • Anselmo Adorno, Itinerarium in Asiam et Africam, Bibliothèque municipale de Lille, ms. 330, cc. 3-5; citato in Giovanna Petti Balbi, Genova medievale vista dai contemporanei, Sagep Editrice, Genova, 1978, pp. 136-143

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