Arbëreshë
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Citazioni sugli arbëreshë o albanesi d'Italia.
Citazioni
[modifica]- I fedeli cattolici di rito greco che abitavano l'Epiro e l'Albania, fuggiti a più riprese dalla dominazione dei turchi, emigrarono nella vicina Italia, ove, accolti con generosa liberalità, si stabilirono nelle terre della Calabria e della Sicilia, conservando, come del resto era giusto, i costumi e le tradizioni del popolo greco, in modo particolare i riti della loro Chiesa, insieme a tutte le leggi e consuetudini che essi avevano ricevuto dai loro padri e avevano con somma cura e amore conservate per lungo corso di secoli. Questo modo di vivere dei profughi albanesi fu ben volentieri approvato e permesso sull'autorità pontificia, di modo che essi, al di là del proprio cielo, quasi ritrovarono la loro patria in suolo italiano. All'inizio, come suole accadere, tutto andò bene per ambedue le parti. Ma con l'andar del tempo, raffreddatasi la carità di chi li ospitava, cominciarono a sorgere con troppa frequenza gravi e fastidiose liti, che tristemente turbavano la pace dei fedeli, che pur professavano gli stessi dogmi della medesima Chiesa. (Papa Benedetto XV)
- Quelli che conservano anche il rito orientale, lo fecero obbedendo ad un sapiente disegno della Provvidenza, perché fossero testimonianza ininterrotta della cattolicità della Chiesa e, vivendo in mezzo a popolazioni latine, facessero conoscere ed amare riti e tradizioni molteplici, di cui si ammanta la stessa unica Chiesa di Cristo. E Noi nutriamo fiducia, formulando i migliori auspici, nel loro rinnovamento post-conciliare, per una ripresa della loro tradizionale attività spirituale in Albania e per un più efficace inserimento di queste chiese locali orientali nello spirito e nell'azione ecumenica che anima e muove tutta la cristianità. (Papa Paolo VI)
- Gli arbëreshë costituiscono una storia di integrazione e accoglienza che ha avuto pieno successo, un esempio di come la mutua conoscenza e il reciproco rispetto delle culture siano strumento di crescita per le realtà territoriali e per i Paesi in cui le diverse comunità vivono. La preservazione delle antiche origini, la reciproca influenza, la fusione armonica di lingua, cultura e tradizioni, sono state nei secoli e sono ancora oggi il "valore aggiunto" di queste comunità. Realtà che svolgono un'essenziale funzione di ponte tra i due "popoli di fronte", come spesso ci si riferisce ad albanesi e italiani.
- [I popoli di Albania e Italia] sono legati [...] da un rapporto di "fratellanza", a cui contribuiscono fortemente le comunità arbëreshë presenti in Italia. Da oltre 500 anni, queste comunità mantengono, con grande determinazione, il patrimonio culturale della propria origine; e questa singolare condizione suscita sincera ammirazione. Di discendenza albanese, ma da lungo tempo italiani, gli arbëreshë hanno conservato con orgoglio le antiche tradizioni, i riti religiosi, la lingua stessa della terra materna.
- Un marcato dinamismo culturale e intellettuale è da sempre un tratto distintivo del popolo arbëreshë, che si è anche espresso, nel corso dei secoli, in un impegno civico di vasta portata. Francesco Crispi – Zef Krispi – partecipe della spedizione dei Mille e in seguito più volte Presidente del Consiglio in Italia, si definiva "albanese di sangue e di cuore".
- Oggi, la capacità della comunità arbëreshë di preservare un così ricco patrimonio rappresenta un modello, parte di quella ricchezza – di diversità, linguistiche e culturali, presenti in Italia – tutelata dalla nostra Costituzione, proprio quale elemento essenziale di una Repubblica rispettosa delle molteplici identità che la costituiscono; tutelata anche dalla legge 482 del '99, dedicata alle minoranze linguistiche storiche. Gli arbëreshë esprimono una storia di integrazione e di accoglienza che ha avuto pieno successo, un esempio di come [...] la mutua conoscenza e il rispetto reciproco siano fonte di arricchimento culturale e strumento di crescita per le realtà e i Paesi in cui vivono insieme le diverse comunità. Queste comunità arbëreshë rappresentano, inoltre, un ponte di amicizia con i popoli albanofoni sull'altra sponda dell'Adriatico.