Armando Diaz
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Armando Vittorio Diaz (1861 – 1928), generale e ministro italiano.
Citazioni di Armando Diaz
[modifica]- Il contegno delle truppe nostre e alleate nella battaglia è ammirevole. Dallo Stelvio al mare, ognuno ha compreso che il nemico non deve assolutamente passare: ciascuno dei nostri bravi che difendono il Grappa, ha sentito che ogni palmo dello storico monte, è sacro alla Patria. (18 giugno 1918[1])
- Io ho voluto che la I Armata si chiamasse la Gagliarda; la III Armata, l'Invitta; la IV Armata (l'"Armata del Grappa"), la Tenace; la VI Armata (l'"Armata degli Altipiani"), la Prode; la VII Armata, la Costante; l'VIII Armata, la Valorosissima; la IX Armata, la Fida; la X Armata, l'Audace; la XII Armata, la Ferrea; il Corpo di Cavalleria, Vigile e Fiero; i Carabinieri, Fedeli e Saldi.[2]
- Siano queste epiche gesta nuova ragione di fede sicura, nuovo argomento di serena certezza: ovunque combattono gli eserciti dei popoli liberi, una voce concorde ripeta al nemico: di qui non si passa. (3 aprile 1918[3])
Attribuite
[modifica]- [Dopo la battaglia di Vittorio Veneto] I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo, risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza.[4]
Citazioni su Armando Diaz
[modifica]- Era un buon soldato, di ottimi sentimenti militari e civili; era calmo e sapeva aspettare. Aveva il senso dell'economia delle forze. Di modi affabili e cortesi, tuttavia seppe mostrarsi fermo ed anche sdegnoso con il generale Foch, il quale mostrava di non avere di lui una grande stima. (Enrico Caviglia)
- Non è poi così diverso dal suo predecessore, i due sono il prodotto di uno stesso sistema. Di certo Diaz migliora il trattamento delle truppe, anche se qualche misura per sollevarne il morale era già stata presa. Inoltre la situazione sul Piave è diversa da quella che si era creata sull'Isonzo per oltre due anni. Cadorna doveva attaccare, mandando i soldati al macello in territorio asburgico. Invece a Diaz basta respingere gli assalti di un nemico ormai esausto. E può fare appello al sentimento nazionale di soldati che adesso si battono per difendere la patria. (Alessandro Barbero)
Note
[modifica]- ↑ Citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 626.
- ↑ Dal Giornale d'Italia, 4 novembre 1920; citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, pp. 615-616.
- ↑ Citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 626.
- ↑ Dal Bollettino della Vittoria, 4 novembre 1918; citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 615.
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