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Enrico Caviglia

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Monumento dedicato a Enrico Caviglia, Finale Ligure

Enrico Caviglia (1862 – 1945), generale e politico italiano.

  • [Su Armando Diaz] Era un buon soldato, di ottimi sentimenti militari e civili; era calmo e sapeva aspettare. Aveva il senso dell'economia delle forze. Di modi affabili e cortesi, tuttavia seppe mostrarsi fermo ed anche sdegnoso con il generale Foch, il quale mostrava di non avere di lui una grande stima. (da Le battaglie del Piave, Mondadori, 1934, p. 16)
  • La prima luce dell'alba inargentava lo specchio d'acqua del fiume... Mi ero avvicinato alla vedetta: Niente di nuovo? — Niente di nuovo. — Che cosa ne pensi di questa situazione? — È una vergogna. Noi dovremmo essere sull'Isonzo. Voi vecchi non avete fatto il vostro dovere! — Mi aveva preso per un suo compagno più anziano. Feci un rapido esame di coscienza, per assicurarmi di aver fatto quanto dovevo, e mi sentii tranquillo: addolorato, ma con la coscienza sicura. — Io sono il tuo comandante di Corpo d'Armata, e posso assicurarti che ho fatto il mio dovere, e che, come sempre, posso tener alta la testa e il muso duro. Tuttavia ciò che mi hai detto mi ha fatto piacere. Sta di buon animo: non passerà un anno che noi ritorneremo sull'Isonzo. Di che classe sei? — Del '99. — Di che paese? — Di Brescia. — Buon giorno, piccolo. (da Vittorio Veneto, Milano, «L'Eroica», 1920, p. 51-52, citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 647-648)
  • Vi sono delle circostanze nelle quali bisogna avere pazienza, e questa è una di quelle: Voi lo capite. Certo sarebbe molto comodo per me dire usando il linguaggio per altri divenuto abituale: "Io me ne frego, io mi chiamo Caviglia" e pestare sodo. Ma ora bisogna avere pazienza. La pazienza è una virtù difficile da acquistarsi; ma noi soldati l'abbiamo imparata sin dall'infanzia per le dure necessità della vita e l'abbiamo esercitata nelle nostre vecchie trincee durante la lunga guerra da noi vinta. Voi sapete che parlo poco, ma che mantengo le promesse: ebbene, metteremo a posto tutto. (citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 623)

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