Assedio di Gaeta (1860)
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Citazioni sull'assedio di Gaeta.
- Battuti ancora a Capua e a Nola, gli ultimi reparti fedeli al povero «Lasa» si riducono nel campo trincerato di Gaeta, dove resisteranno per tre mesi ai bombardamenti, alla fame e alle epidemie, esaltati dall'esempio intrepido di Maria Sofia e dalla dignitosa calma di suo marito. [...] Quando le navi francesi lasciano le acque del golfo, il 18 gennaio 1861, il destino della fortezza è irrimediabilmente segnato. Il 30 del mese, mentre la guarnigione è tormentata dalle bombe di Cialdini e della febbre tifoidea, un gruppo di marinai festeggia il Carnevale alla vecchia maniera napoletana: indossano il costume tradizionale, tirano fuori il tamburo e si mettono a ballare la danza nazionale, inneggiando a Franceschiello nel frastuono dei cannoni.
È l'ultima tarantella della storia borbonica. L'11 febbraio il ragazzo triste decide di negoziare la non più differibile resa. La sera del 13, la capitolazione è firmata da Cialdini e dai suoi plenipotenziari. L'indomani, Francesco parte per l'esilio con Maria Sofia a bordo di una corvetta francese che lo porta verso Roma, mentre echeggiano per l'ultima volta le note dell'inno che Giovanni Paisiello, tanto tempo fa, ha musicato. Finisce il Regno indipendente delle Due Sicile e comincia la questione meridionale. (Antonio Ghirelli)
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