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Augusto Guzzo

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Augusto Guzzo (1894 – 1986), filosofo italiano.

Citazioni di Augusto Guzzo

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  • [...] il gregoriano non si propone la celebrazione epica di Dio, e, a dir il vero, non si propone, né tenta nulla: è quale i secoli che lo lanciano verso il cielo sono; e a noi posteri narra quella loro anima antica. Il gregoriano, nei primi secoli, non si crea neppure un suo mezzo d'espressione, come la poesia omerica si creò l'esametro e la melica la strofe lirica. Non si creò un mezzo d'espressione, perché nulla voleva esprimere. Anche in questo, non intese punto di essere arte. C'era la Scrittura: lesse la Scrittura. Non la insaccò in ritmi che le dessero un movimento non suo; non le adattò una melodia che le desse una linea non sua; non si valse dei sacri testi per una qualsiasi costruzione artistica: li lesse.[1]

Citazioni su Augusto Guzzo

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  • Indipendentemente dal Carlini, ma a contatto con tutte le voci della filosofia contemporanea e con i grandi maestri del pensiero da Platone allo Hegel, ha elaborato il suo spiritualismo (o «idealismo» come ama chiamarlo), Augusto Guzzo, educato alla critica d'arte (musica e pittura), e al gusto dello scrivere (il G. è veramente «letterato»), scrittore di vasta e approfondita cultura e dotato di forte acume filosofico. Piace aggiungere che la serietà e anche l'umiltà con cui G. discute i più impegnativi problemi della filosofia e in special modo della vita morale attestano, oltre che la nobiltà del pensatore, anche quella dell'uomo. (Michele Federico Sciacca)
  • Per il G. [Guzzo], il pensiero è invalicabile (dunque, idealismo), ma questo pensiero invalicabile è il pensiero qualificato: il pensiero d'un mondo: il pensiero che contiene e attesta un mondo, e dunque, un idealismo che è l'opposto di quello che fa «porre» il mondo dal pensiero. È questa la posizione del Guzzo fin da Verità e realtà, e pertanto, fin dal principio, solo fraintendendolo, si è potuto considerarlo tra i neo-hegeliani. (Michele Federico Sciacca)

Note

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  1. Da Il gregoriano e Palestrina, in Rivista Musicale Italiana, ed. Bocca; citato in Giulio Confalonieri, Come si ascolta la musica, Edizioni Rai, Torino, 1966, p. 25.

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