Bartolomeo Veratti

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Bartolomeo Veratti, De' matematici italiani anteriori all'invenzione della stampa, Tipografia Ederi Soliani, Modena, 1860

Bartolomeo Veratti (1809-1889), erudito e storico delle matematiche italiano.

Citazioni di Bartolomeo Veratti[modifica]

  • Ho studiato più per riflessione e per compiacere alla madre mia che per elezione. Il mio genio sarebbe stato per le matematiche e per molti anni mi piangeva il cuore al vedere libri di matematica. Sono contento per altro d'aver dato questa consolazione alla mia povera madre... (citato da G.B. Rossi Veratti, nel necrologio per lo zio, in Bartolomeo Veratti, in Studi Letterari e Morali ed Atti dell'Accademia Ecclesiastica di S. Tommaso d'Aquino, Tomo 6, 1889, p. I-XI)
  • Noi siamo Cattolici: dunque siamo nemici a quelle perverse dottrine che sotto il nome di "liberalismo" muovono guerra alla Chiesa...Noi siamo Cattolici dunque siamo fedeli e soggetti al legittimo governo, non tanto per timore delle leggi quanto per sentimento di religione e di coscienza... Il Cattolicesimo e la legittimità sono i nostri principii, i nostri sentimenti sono per Dio e pel sovrano. (da Voce della verità, n. 6-16-22 del 22 luglio, 26 agosto e 16 settembre 1831, Modena)

De' matematici italiani anteriori all'invenzione della stampa[modifica]

  • [riferendosi al Principe Baldassarre Boncompagni] Ardente cultore delle scienze e... sincero amatore delle glorie italiane. (p. 1)
  • Intendo far cosa non disutile ed anzi gradita a chiunque senza coltivare "ex professo" le matematiche, non sia poi indifferente al pregio che all'Italia deriva dal merito scientifico de' suoi figliuoli. (p. 2)
  • [...] fatto è che [le cifre arabe] si sa averle condotte in Italia pel primo Fibonacci; e non si conoscono i nomi degli altri pretesi propagatori delle cifre in Europa. Il merito di Leonardo non istà nella materiale introduzione delle cifre; sibbene nel suo gran sapere in fatto d'aritmetica e d'analisi. (p. 34)
  • [Riferendosi a Leonardo Pisano] Perché tanto più d'acume di mente si richiede ad ottenere con istrumento imperfetto grandi effetti, che non a conseguirli con istrumento perfettissimo; [...]. (p. 43)

Del vaglio d'Eratostene[modifica]

  • In tutte le cose e in tutte le scoperte il massimo della semplicità e dell'eleganza, raro è che si trovi di primo slancio. (p. 7)
  • L'autorità di uno scrittore nella narrazione di un fatto non si distrugge cercando di screditarlo come poco profondo nella scienza. (p. 8)
  • [Riferendosi al pregiudizio di Horsley verso i monaci, a cui aveva attribuito una Tavola di numeri che lui riteneva assurda, ridicola e impossibile] Conviene dire che fra i diritti del Clero Anglicano, al quale apparteneva l'Horsley, vi fosse, almeno a' tempi di questo, anche quello di riguardare come non esistente qualunque cosa fosse provenuta dalle mani dei Monaci, se la R. Società di Londra credette di accogliere puramente e semplicemente fra gli atti proprj questa curiosa ragione. (p. 10)
  • [Ipotesi sul nome per i numeri primi] perché ciascuno di essi nella infinita serie dei numeri o naturali o dispari, si trova essere il primo della serie dei molteplici che si cancellano o altrimenti sono segnati nella operazione del vaglio di Eratostene. (p. 19)

Bibliografia[modifica]

  • Bartolomeo Veratti, De' matematici italiani anteriori all'invenzione della stampa, Commentario storico del Cav. B. Veratti all'Eccellenza di D. Baldassarre Boncompagni principe romano, Modena, Tipografia Eredi Soliani, 1860, ristampa di Arnaldo Forni Editore, Sala Bolognese, 1980.
  • Bartolomeo Veratti, Del vaglio d'Eratostene e dell'illustrazione fattane da Samuele Horsley negli Atti della R. Società di Londra, Modena, Tipografia Eredi Soliani, 1860.

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