Battaglia di Solferino

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Napoleone III nella battaglia di Solferino (Adolphe Yvon, 1861)

Citazioni sulla battaglia di Solferino del 24 giugno 1859, episodio della seconda guerra d'indipendenza italiana.

  • Fu Solferino «gran battaglia e gran vittoria», come il grido annunciò, ma per varie cause, come il difetto di coordinazione tra i vari corpi, mancò alla vittoria quel proseguimento da cui risulta la nota sentenza che grande generale non è quegli che vince, ma che sa trarre partito dalla vittoria. (Alfredo Panzini)
  • La battaglia di Solferino è la sola che nel XIX secolo, possa essere pareggiata, per l'estensione delle perdite che trasse seco, alle battaglie di Borodino, di Lipsia e di Waterloo. (Henry Dunant)
  • Ma Solferino non può dirsi compiuto finché non sia compiuta l'Italia col possesso di Roma e Venezia, nobili e desolate sorelle tenute a forza divelle dall'italiana famiglia. (Giuseppe Pezzarossa)
  • Magenta e Solferino! Due nomi purpurei nella memoria, fioriture di sangue in quell'estate [del 1859]. I morti non si vedono più; portar via le tracce della morte è il primo lavoro dei vivi. Si vedono turcos, zuavi, granatieri della guardia dai berrettoni pelosi; bersaglieri piumati; si vedono a teste basse, via gli zaini, avanti ad ogni costo, alla baionetta, nel terribile azzardo della battaglia. (Alfredo Panzini)
  • Varii furono i giudizi sulla battaglia di Solferino. Si appuntò, dice Ferdinando Lecomte[1], l'imperatore d'Austria[2] d'aver voluto dare la battaglia di Solferino, avendo il Mincio alle spalle, invece di concentrare i suoi sforzi per assalire gli alleati al passaggio del fiume. L'armata austriaca avrebbe dovuto, secondo gli uni, restare nel quadrilatero; avrebbe dovuto, secondo altri, ripiegarsi sul Mincio quando incontrò gli alleati.
    Tali rimproveri non sembrano abbastanza fondati; è pericoloso senza dubbio d'ingaggiar battaglia avendo un fiume alle spalle. A Friedland, per esempio, i Russi pagarono caro un tale errore. Ma nel caso speciale degli Austriaci, il Mincio, coperto da numerosi posti e da due fortezze, non presentava l'ordinario inconveniente di tali situazioni. (Pier Carlo Boggio)

Note[modifica]

  1. Ferdinand Lecomte (1826–1899), scrittore, storico e militare svizzero.
  2. Francesco Giuseppe I d'Austria.

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