Belle Époque

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Il caffè di Maxim's (Pierre-Victor Galland, 1890 circa)

Citazioni sulla Belle Époque.

  • C'era nell'aria un senso di benessere crescente e di gioia della vita. Di codesta "felicità dei tempi" non mancò la coscienza alla generazione di allora: e ne abbiamo testimonianze molteplici sia contemporanee, sia di posteriore preciso ricordo: testimonianze che sarebbe interessante confrontare, per analogia e diversità, con quelle della felicità augustea nel mondo ellenistico romano. (Luigi Salvatorelli)
  • È la pubblicazione tra il 1913 e il 1927 delle sette parti de Alla ricerca del tempo perduto, che costituisce per me l'evento letterario più importante del ventesimo secolo. Proust, principe dell'introspezione, memorialista sottile, attento e puntiglioso, analizza, come poeta ed esteta, l'evoluzione di una società mondana, allo stesso tempo frivola ed estetizzante, sensibile alle mode della Belle Époque, insensibile a chi non la tocca direttamente. Non nasconde nulla delle vanità, delle bugie, degli errori, dell'astuzia, delle perversità, delle generosità, dei mali segreti dei suoi personaggi, dei quali crediamo oggi di conoscere i modelli. Fustiga i cuori e le anime con fredda delicatezza, porta lo stesso oggettivo rispetto per il ridicolo e per il pathos, si concede, come il bambino che si nasconde per essere visto, celandosi dietro il romanzo. L'opera, il cui pubblico è cresciuto costantemente dalla sua pubblicazione all'inizio del secolo, sfida il tempo in cui lo scrittore si è reso il partner fedele e l'astuto complice. (Maurice Denuzière)
  • La "belle époque", non è un mito, anche se il ricordo dei pochi superstiti e la fantasia delle generazioni posteriori l'abbiano rivestita di mitologici, arcadici colori. Né essa fu soltanto epoca di pace, di ordine, di progresso materiale, di mezzi tecnici. A tutto questo andò connesso un diffuso incremento di vita spirituale della coltura generale, un ampliamento di orizzonti spirituali, una diminuzione nel dislivello umano fra le classi. (Luigi Salvatorelli)
  • La società del "caffè", la Belle Epoque, non è stata, in definitiva, soppressa e mutata dai cataclismi, dalle guerre, dalle rivoluzioni, dalle alluvioni economiche e sociali. Tutto il guasto, tutta la mutazione è venuta da un cambio di velocità: gli uomini del caffè andavano a trenta, a cinquanta all'ora; gli uomini del bar vanno a duecento, a cinquecento, a mille all'ora. (Alberto Consiglio)

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