Ordine di San Benedetto

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L'abbazia di Montecassino

Citazioni sull'Ordine di San Benedetto.

  • Basta vivere qualche giorno in alcune abbazie benedettine per convincersi che i ritmi e i riti, gli usi e i costumi della vita monastica moderna sono rimasti in generale simili a quelli conosciuti dai predecessori dei monaci di oggi. (Léo Moulin)
  • In quest'epoca i monaci benedettini furono veramente i propagatori del Cristianesimo e delle cristiane virtù: essi furono i primi istitutori dei popoli, i promotori di ogni spirituale coltura, del vero incivilimento, i custodi e i conservatori della scienza. Se si richiamano inoltre alla memoria i loro severi costumi, il loro zelo e la loro attività, così opposti alla mollezza di un clero dissoluto, si arriverà a comprendere l'amore e il rispetto che seppero ispirare ai popoli , e le liberalità, di cui furono l'oggetto. (Johann Baptist Alzog)
  • La refezione [nei monasteri di San Benedetto] era semplice: perpetua l'astinenza dalle carni. Ma in confronto con la dieta dei Padri del deserto, era abbondante e molto maggiore il tempo concesso al riposo. In questo sfondo originale è fondata ogni osservanza benedettina. (Thomas Merton)
  • Vivevano i Benedettini parcamente, e ciascuno poverissimo, non accettando neanche elemosine, poiché secondo la regola dovevano campar la vita col lavoro. Così nei primi tempi coltivavano i terreni, impiantavano alberi, copiavano scritture e libri, vivevano insomma delle loro braccia ed erano contenti di loro povertà: di talché recò loro grave scandalo quando furon trovati dopo morte ad un monaco di Flavigny due soldi nascosti sotto l'ascella; fu privato della sepoltura sacra[1]. [...].
    Ma quando per sfondolate ricchezze[2] divennero potenti; quando calpestarono la regola del loro santo fondatore e gli abati diventaron feudatarii, assoldando soldati e mercenarii; quando i soli monaci di S, Benedetto Polirono presso Mantova divennero sì ricchi da occupare tremila paia di buoi al lavoro dei loro campi; la corruzione s'aprì un varco nelle celle degli austeri figliuoli di Benedetto; e regola, e leggi, e sapere, e santità andarono in fascio; e il mondo cristiano li vide parteggiare or con Papi ed or con Imperatori, or con Baroni ed or con Monarchi, li vide opprimere con abusi e soprusi gli uomini che appellavano loro vassalli; discacciare il povero dalla soglia dei loro conventi come schiavo, infine cingersi d'armi e d'armati. (Carlo De Cesare)

Note[modifica]

  1. Guilberto Abate, De vita sua. [(N.d.A.)]
  2. Ricchezze senza fondo, smisurate.

Voci correlate[modifica]

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