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Bonaventura Tecchi

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Bonaventura Tecchi (1896 – 1968), scrittore e saggista italiano.

Citazioni di Bonaventura Tecchi

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  • Come l'aria cruda del pomeriggio, che inclina verso la sera, scopre la mano e la fatica dell'uomo intento a trasformare questa collina pietrosa, nuda, austera, in un luogo di divertimento e di piacere!
    Solo i Steingartën mi han dato un attimo di gioia. Da uno di essi svolazzava una capellatura di primule leggere, resistente al vento crudo, anzi offrentesi ad esso come se lo sfidasse.[1]
  • [Su Civita (Bagnoregio)] Tutto quel che è rimasto – un ciuffo di case e di mura in rovina, nere sul tufo, erette come sul vuoto – respira ormai l’atmosfera della fine. La fiaba del paese che muore – del paese che sta attaccato alla vita in mezzo a un coro lunare di calanchi silenziosi e splendenti, e ha dietro le spalle la catena dei monti azzurri dell’Umbria – durerà ancora.[2]

Citazioni su Bonaventura Tecchi

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  • Allievo del De Lollis, del Gabetti e del Salvadori, Tecchi seppe ben contemperare nel proprio ingegno d'interprete della letteratura tedesca moderna e contemporanea il rigore filologico-linguistico del primo, la solidità storica del secondo, la caldezza spirituale del Salvadori. (Giorgio Petrocchi)
  • Bonaventura Tecchi. Non ha idee ma le sa scrivere. (Marcello Marchesi)
  • Trattando con tanta consapevolezza il motivo dell'intellettuale moderno dinanzi alla religione, il Tecchi non volle ipotizzare in astratto, ma intese scendere nel cuore dei suoi personaggi tenendo d'occhio l'ambiente dove essi operano, l'età drammatica del dopoguerra, e intensificando la propria ricerca sopra raffinati volti di donne. (Giorgio Petrocchi)

Note

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  1. Da Fiori di sassi, in Idilli moravi; citato in La Fiera Letteraria, n. 5, 14 marzo 1971.
  2. Dal racconto Antica terra; citato in Isaia Invernizzi, Come si vive nel paese che muore, Il Post.it, 28 febbraio 2024.

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