Jacques Bénigne Bossuet

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Jacques-Bénigne Bossuet

Jacques-Benigne Bossuet (1627 – 1704), vescovo e teologo francese.

Citazioni di Jacques Bénigne Bossuet[modifica]

  • [...] la persecuzione di quella inesorabile noia che fa il fondo della vita umana da poi che l'uomo ha perduto il gusto di Dio.[1]
  • La più grande debolezza è il sacro terrore di sembrare deboli.[2]
  • Non v'è dunque miglior regola per giudicare bene delle bestie, quanto lo studiar avanti se stesso. Imperocché, quantunque noi abbiamo qualche cosa di superiore all'animale, siamo animali, ed abbiamo l'esperienza tanto di quello, che fa in noi la parte animale, quanto di quello, che fa il discorso, e la riflessione.[3]
  • Per cantare sapientemente a Dio bisogna sempre più imparare con erudizione e con intelligenza.[4]

Citazioni su Jacques Bénigne Bossuet[modifica]

  • Ripetono tutto giorno i francesi che Bossuet ha soggiogato la sua lingua al suo genio. Io dico che il suo genio è stato soggiogato dalla lingua costumi gusti del suo paese. (Giacomo Leopardi)

Note[modifica]

  1. Da Lettre au père Caffaro sur la Comédie; citato in Giosuè Carducci, Degli spiriti e delle forme nella poesia di Giacomo Leopardi, in Edizione nazionale delle opere di Giosuè Carducci, vol. XX, Zanichelli, Bologna, 1937, p. 17.
  2. Da Politique Tirée de l'Écriture Sainte.
  3. Da Della cognizione di Dio, e di se medesimo, cap. III, Secondo Argomento in favor delle Bestie, in che cosa ci assomigliano, e se ciò sia nel Discorso, in Opere di monsignor Jacopo-Benigno Bossuet, vol. XIX, Stamperia de' fratelli di Paci, Napoli, 1779, p. 307.
  4. Dalla lettera che accompagnava la sua Dissertatio de Psalmis; citato in Gianfranco Ravasi, L'incontro: ritrovarsi nella preghiera, Oscar Mondadori, Milano, 2014, p. 109. ISBN 978-88-04-63591-8

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