Bronisław Geremek

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Bronisław Geremek

Bronisław Geremek (1932 – 2008), politico, storico e saggista polacco.

L'emarginato[modifica]

  • L'ambiguità dell'istituzione del bando sulla base del diritto romano può essere una prova della sua implicazione in un'antica tradizione che facilmente sfugge alla ricerca storica: occorrerebbe esaminare la problematica del tabù nell'ambito della civiltà mediterranea. (p. 396)
  • Nelle «leggi barbariche» e nelle consuetudini giuridiche dell'alto Medioevo il bando compare rigidamente come esclusione. Esso sostituisce il sacrificio della vita, il quale potrebbe costituire un'indennità nella violazione di un ordine sacro. (p. 396)
  • Il bando è dunque esclusione dal diritto alla pace. significa spogliare l'uomo dei suoi diritti naturali, privarlo della sua condizione vera e propria. La Lex Salica (55, 2) sentenzia che il bandito «vagus sit». Ciò vuol dire che va trattato come un lupo, quindi scacciato dalla collettività umana, e la sua uccisione sarebbe un mezzo legittimo di difesa. (pp. 396-397)
  • Nella documentazione storica, gli emarginati lasciano poche tracce: non stabiliscono rapporti, non ereditano, non sono eroi di grandi imprese che possano passare alla storia. Sono presenti anzitutto negli archivi della repressione, quindi in un'immagine riflessa dove appare non soltanto la giustizia della società organizzata, ma anche il suo timore e il suo odio. Per questo, le informazioni riguardano prima di tutto la società stessa, e solo su un secondo piano quelli che sono oggetto di repressione. (p. 400)
  • I lebbrosari [...] devono essere fuori dei centri abitati, i lebbrosi non possono toccare nulla di ciò che toccano le persone sane; il loro passaggio deve essere annunciato dal suono di una battola, quasi non bastasse il loro orrendo aspetto. L'opinione pubblica li osserva con timore, e forse anche con odio; ai lebbrosi si attribuisce sfrenatezza sessuale (come nella storia di Tristano e Isotta), sono sospettati di preparare piani scellerati contro la società dei sani. (p. 416)
  • L'emarginazione dei lebbrosi nella società medievale è un fatto di tale evidenza che in lingua tedesca vengono definiti col vocabolo «Aussätzige» (die üszetzigen), cioè esclusi. (p. 416)
  • È chiaro che la lebbra era una malattia particolare, ma nel Medioevo nei riguardi dei malati in genere troviamo una certa ambivalenza di atteggiamenti, un misto di compassione e di emarginazione. Ciò dipendeva dalle condizioni sociali del malato, che se apparteneva ad una ricca famiglia vi restava, potendo contare sull'assistenza. Perfino in caso di lebbra, la persona abbiente poteva evitare l'esclusione sociale. Invece, tra le classi inferiori, che basavano la loro esistenza quotidiana sul lavoro fisico, la malattia determinava l'emarginazione. I malati, allora, diventavano oggetto di carità: erano mendicanti, dovevano vivere di elemosina e cercarsi un tetto nei ricoveri. (p. 417)

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