Lebbra

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Malato di lebbra

Citazioni sulla lebbra.

  • Il lebbroso colpito dalla lebbra porterà vesti strappate e il capo scoperto, si coprirà la barba e andrà gridando: Immondo! Immondo! (Levitico)
  • [In Giappone] La legge che segregava i lebbrosi è stata abolita nel 1996. Ma fino ad allora ai malati veniva imposta una quarantena forzata. Mani e piedi si riducevano in moncherini o si torcevano. I nasi si consumavano e i visi si deformavano. Lesioni orribili che provocavano spavento.
    [legge su un libro la citazione di un lebbroso giapponese] «Anche noi come voi, vogliamo vivere alla luce del sole.» (Le ricette della signora Toku)
  • La sottospecie umana condannata senza appello e senza amnistia: i lebbrosi. (Raoul Follereau)
  • Lebbra, paura della "morte civile". La diagnosi di lebbra comportava l'emarginazione dal mondo dei sani, una irreversibile segregazione. Il lebbroso anticipava in vita la decomposizione propria della morte; però non induceva paura di morte, ma ribrezzo. Il corpo corrotto del lebbroso induceva ribrezzo verso chi, seminando il contagio, era detto meritare, come talora accadeva, di essere arso vivo quasi si trattasse di incenerire un cadavere. (Giorgio Cosmacini)
  • Quadro clinico biblico, che portava all'isolamento e alla discriminazione: i lebbrosi erano persone respinte dalla comunità, espulse. (Ruediger Dahlke)
  • Se potessi incontrare un lebbroso, dargli il mio corpo e prendere il suo, lo farei volentieri: questo è l'amore perfetto. (Agatone d'Egitto)

Bronisław Geremek[modifica]

  • È chiaro che la lebbra era una malattia particolare, ma nel Medioevo nei riguardi dei malati in genere troviamo una certa ambivalenza di atteggiamenti, un misto di compassione e di emarginazione. Ciò dipendeva dalle condizioni sociali del malato, che se apparteneva ad una ricca famiglia vi restava, potendo contare sull'assistenza. Perfino in caso di lebbra, la persona abbiente poteva evitare l'esclusione sociale. Invece, tra le classi inferiori, che basavano la loro esistenza quotidiana sul lavoro fisico, la malattia determinava l'emarginazione. I malati, allora, diventavano oggetto di carità: erano mendicanti, dovevano vivere di elemosina e cercarsi un tetto nei ricoveri.
  • I lebbrosari [...] devono essere fuori dei centri abitati, i lebbrosi non possono toccare nulla di ciò che toccano le persone sane; il loro passaggio deve essere annunciato dal suono di una battola, quasi non bastasse il loro orrendo aspetto. L'opinione pubblica li osserva con timore, e forse anche con odio; ai lebbrosi si attribuisce sfrenatezza sessuale (come nella storia di Tristano e Isotta), sono sospettati di preparare piani scellerati contro la società dei sani.
  • L'emarginazione dei lebbrosi nella società medievale è un fatto di tale evidenza che in lingua tedesca vengono definiti col vocabolo «Aussätzige» (die üszetzigen), cioè esclusi.

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