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Carlo Bordoni

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Carlo Bordoni (19?? – vivente), sociologo e scrittore italiano.

Citazioni

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  • La particolare caratteristica del mostro, che Carlo Rambaldi ha tradotto per lo schermo con straordinario realismo, sta nella sua sottile capacità di richiamare alla coscienza del lettore-spettatore alcuni inquietanti motivi o segni distintivi della biologia e della morfologia umana e animale, mescolandoli in un sapiente contrasto. Partendo dal presupposto (psicologicamente fondato) che non si può aver paura di ciò che non si conosce, l'alieno creato dal Foster ha in sé quel tanto che è necessario per suscitare inquietudine e repulsione, a cui si aggiunge la violenza, la minaccia incombente per l'uomo. Le tre fasi della vita biologica di Alien – uovo, feto e adulto – corrispondono ad altrettanti "segni" all'interno di una terribile contaminazione tra umano e mostruoso. L'uovo, celato nelle profondità minacciose di un pianeta sconosciuto, rivela le sue potenzialità riproduttive, quasi oscene, all'avvicinarsi dell'uomo. Il feto, partorito dall'addome di uno degli uomini dell'equipaggio, richiama, a un tempo, la forma di una mano e quella, altrettanto familiare, di un ragno.
    Ma è la creatura adulta a dispiegare tutte le possibilità di un orrore dei contorni inconfondibili dell'ingegneria biomeccanica, con la sua struttura a metà fra un rettile e un cyborg. Alien fa paura proprio in virtù di ciò che siamo disposti a riconoscere di umano in lui, come di fronte a una velata minaccia di ciò che potrebbe diventare l'uomo in un luogo e in un futuro remoti, senza più alcun legame culturale o comportamenti con l'oggi.[1]

Note

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  1. Citato in Alan Dean Foster, Alien, traduzione di Pierluigi Cecioni, Fabbri editore, 1979, pp. 5-6.

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