Carlo Montanari

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Carlo Montanari

Conte Carlo Montanari (1810 – 1853), patriota italiano, uno dei martiri di Belfiore.

Citazioni di Carlo Montanari[modifica]

  • Roma antica veramente incanta: questa è il vero centro dell'arte, dove vi sono le più belle, le più gentili cose del mondo. Non si fa passo che non si trovino ruderi preziosissimi. Ben ebbe ragione chi disse che ogni sasso ha un nome, tanta è la quantità dei monumenti![1]

Citazioni su Carlo Montanari[modifica]

Giuseppe Biadego[modifica]

  • Architetto valente fu autore di fabbriche che fanno fede del suo gusto squisito; scrittore geniale dettò uno studio sul censimento stabile delle Provincie venete, ove l'erudizione e la critica si danno la mano. Egli avrebbe potuto lasciare un'orma propria nel campo dell'arte e della letteratura scientifica, e facilmente primeggiare in mezzo al marasma del movimento letterario cittadino ridotto alla filologia del padre Sorio, al dilettantismo archeologico di Gaetano Pinali, alle manifestazioni letterarie e scientifiche del Poligrafo, un giornale da cui l'Austria non aveva nulla a temere.
  • Carlo Montanari! Qual nome di patriota più alto e più degno può additare al mondo Verona; quale immagine più radiosa di martire può per se stessa invocare Verona?
    Carlo Montanari appare l' uomo, nella maturità dei tempi, destinato ad immolarsi per redimere la sua città: ed egli spontaneo s'immola e volonteroso sale quel patibolo che, come fu giustamente scolpito sul monumento dei martiri del 1853, doveva rovesciare il carnefice.
  • Egli era per l'indole sua ingegno più pratico che speculativo; e stimava che per lui il tempo, non di scrivere, ma d'operare fosse venuto. Mostravasi entusiasta di tutte le scoperte scientifiche, il vapore, il telegrafo, che avrebbero avvicinato affratellato le genti diverse e più lontane; e più dolevasi dell'avvilimento del popolo e più sentiva il bisogno di dare tutte le energie del suo spirito perché "la miseria (son sue parole) orribile causa di nefandezze e delitti scomparisse dalla terra, correggendo le molteplici ingiustizie sociali[2]".

Note[modifica]

  1. Lettera al fratello del 28 dicembre 1838; citato in Giuseppe Biadego, Letteratura e patria negli anni della dominazione austriaca, Casa editrice S. Lapi, Città di Castello, 1913, p. 12.
  2. C. Montanari, Il censo stabile delle provincie ex-venete. Memoria, in Memorie dell'Acc. di Agricoltura A. e C. di Verona, vol. XXIX; Verona, 1853, p. 109. [N.d.A]

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