Carlo Quintavalle
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Carlo Quintavalle (1932 – 1989), giornalista e scrittore italiano.
Georgi Dimitrov: dall'incendio del Reichstag nasce il «fronte popolare»
[modifica]- Il fronte popolare, la tattica affermata, a partire dal 1933, dal dirigente comunista bulgaro Georgi Dimitrov nella Terza Internazionale e, con alterne vicende, riproposta nel dopoguerra fino alle cronache recenti, nacque dalla lezione di una sconfitta: l'avvento al potere del nazismo, il 26 gennaio 1933 [...]. (p. 14)
- Georgi Dimitrov è un ex tipografo, un populista che si orienta istintivamente fra le tattiche politiche, i classici del materialismo storico e una complessa realtà che egli giudica con un occhio provinciale. (p. 15)
- Dimitrov è con i tedeschi staliniani quando la destra buchariniana[1] attacca Thaelman perché ha coperto la malversazione di una segretaria; è solo neutrale allorché Stalin, dopo aver federato Zinovev e Bucharin, per spacciare Trotskij, gioca la realtà uscita dalla rivoluzione contro quest'ultimo in seno all'Internazionale. (p. 16)
- Durante il processo che si tiene davanti alla corte suprema a Lipsia,[2] malgrado le difficilissime condizioni, Dimitrov rovescia le parti: l'accusato si trasforma in accusatore, facendo naufragare il piano nazista. Ricusa l'avvocato d'ufficio, e dimostra l'infondatezza dell'accusa interrogando personalmente i testimoni e ricostruendo in modo plausibile i fatti: il complotto cui prodest? Göring, ministro-presidente, perde le staffe più volte dinanzi ad un avversario che si rivela più coriaceo del previsto. Un bel momento passa agli insulti: «Taci, canaglia!» (p. 18)
Note
[modifica]- ↑ Quella parte dei comunisti sovietici che si richiamavano alle tesi di Nikolaj Ivanovič Bucharin.
- ↑ Processo per l'incendio del Palazzo del Reichstag, sede del Parlamento tedesco, avvenuto il 27 febbraio 1933.
Bibliografia
[modifica]Carlo Quintavalle, Georgi Dimitrov: dall'incendio del Reichstag nasce il «fronte popolare», in Gli uomini del comunismo, introduzione di Nicola Tranfaglia, Istituto Geografico De Agostini, Novara, 1974.
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