Carlo Spatocco
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Carlo Spatocco (1883 – 1945), generale italiano.
Citazioni su Carlo Spatocco
[modifica]- Alla fine della Messa, questa mane, il Generale Spatocco, Comandante della nostra Brigata di fanti à parlato. S'è introdotto nel rito con quella sua aria di vecchio signore discreto, cui il bianco niveo, appena ombrato di grigio, dei capelli lisci e il rosso fìammeo del volto dànno un tono di pudore offeso, di vinta ritrosia da fanciullo. Guardavo le sue mani e ascoltavo le sue parole. Quelle, sottili, lunghe, accese pur esse, ma su, in cima verso le unghie, delicate, pallide, esangui; queste, incerte in principio dei periodi, tormentate e trepide, poi, in fine al concetto subitamente chiare, lucide, energiche nel tono sempre pacato.
- L'intuizione di Spatocco è stata giusta; ci varrà la vittoria. Mi reco dove ferve la lotta. Calmo i miei tiratori, li invito a un fuoco lento, calmo, di precisione. Accanto mi cade un portatreppiedi, secco. Falciamo il nemico. L'amba si macchia di bianco. Fino alle prime ore del pomeriggio contendiamo il passo agli abissini. Il Generale chiama a sé il battaglione: la minaccia è sventata. Nel sole ardente saliamo verso la cima dell'Aradàm. [..] Spari sull'amba, due, uno, zero. La battaglia è finita. La vittoria giunge con la sera.
- Lo ricordo, il 12 mattina, nella piana di qua e di là del Ghevà, tutto fiuto, negli occhi e nelle narici, levriero di corsa; lo stesso giorno, nell'attacco a quota Sila e nella resistenza ai contrattacchi abissini, ritto tra i fanti, senza spavalderia, ignaro del pericolo, spiritualmente e, quindi, corporalmente, invulnerabile; e la giornata del del 15, tutto intuizioni rapide nella vasta manovra di avvolgimento sulle pendici ovest dell'Aradàm, d'una serietà impastata di sorriso, animato da una fiducia da veggente, la fiducia degli eroi, che dominano e non servono il proprio istinto.
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