Catherine Clément
Catherine Clément (1939 – vivente), scrittrice e filosofa francese.
Il valzer incompiuto
[modifica]Vienna, febbraio 1874
«Non direte sul serio!»
Per l'emozione Ida aveva giunto le mani, come in un'inutile preghiera. Era una voglia matta, pericolosa, un'idea che avrebbe potuto spezzare le loro due vite... Non poteva lasciarla fare. Doveva impedirlo, a ogni costo. Doveva.
Le braccia conserte, girando sdegnosamente la testolina incoronata dalle trecce scure, la giovane la squadrava dall'alto della sua statua, con un'aria di sfida. Il vestito che si era appena tolto giaceva ancora sulla poltrona in cui aveva gettato alla rifusa le perle, il diadema e il ventaglio di piume, addosso le restavano solo la leggerezza armatura di vimini, le calze e la camicia. La serata era stata lunga, faticosa e solenne. Ida moriva di sonno e lei...! Incorreggibile. Ida conosceva a memoria il significato di quell'arco nero e collerico, quando le sopracciglia si toccavano, folte, volitive, selvagge. Inutile insistere. Ma la cosa era troppo grave. Ida raccolse tutto il suo coraggio.
Citazioni
[modifica]- Il 5 aprile, Johann Strauss figlio aveva finalmente presentato Il Pipistrello, attesissimo, al Theater-An-Der-Wien, in cui Beethoven aveva creato il suo Fidelio; Franz c'era andato con la madre. Il pubblico non apprezzò i leggiadri adulteri dei parvenu viennesi e lo champagne che colava a fiotti in una prigione inventata. Si mormorò che forse Strauss figlio non leggeva i giornali; non aveva sentito parlare del crak dell'anno passato e non sapeva che i suoi concittadini erano sul lastrico? Il Pipistrello fu un fiasco. (p. 113)
- «Perché rifiuti il nome che ti ho dato? Non ti piace Gabrielle? È così che mi hanno chiamato alla mia nascita. È un dono del cielo. Gabrielle! Se lo pensi al maschile fa Gabriel!... Non è forse questo divino compagno di Dio che proibisce il cielo ai comuni mortali, ai semplici uomini come te? Gabrielle mi si adatta moltissimo. Proibita, ragazzo mio, lo sono ai tuoi occhi. Sei prevenuto nei confronti di questo bel nome da arcangelo?» (p. 134)
- È ben strana in effetti questa donna | Che il pensiero non teme | Spinta dall'amore per il prossimo | Consola la casa disgraziata | Strana, colei che, lungi dal bello, | Non esita a parlare al lebbroso | E con le lacrime agli occhi | Si precipita al letto del morente e del derelitto | Signore patronesse, guardate un po' com'è | Una vera modesta carità | Senza la musica di Johan Strauss | Ma nel silenzio di un ospedale | Guardate la nostra Imperatrice, un esempio | Di umanità e di grandezza. (p 206-207)
- Quella sera in cui nacque una strana tenerezza | Ci pensi ancora ogni tanto, amico? | Hai forse dimenticato l'intimità delle parole | Scambiate al ritmo del valzer? | Fuggiva via il tempo troppo svelto, ahimè... | Due mani allacciate, e io dovevo partire, | Senza avere svelato davanti a te il mio volto | Ma in cambio avevi la mia anima intera | Amico, era molto di più. (p. 250)
- Lo so, in fondo all'anima lo so | Che mai i miei occhi ti rivredanno, never more. | Quel volto mi sfuggirà | Quel miraggio svanirà, never more. | Ma se per caso un giorno | La vita ci mettesse faccia a faccia | Voglia il cielo che il tuo sguardo | Sia coperto dall'ombra del rimorso | Che io riceva quel sorriso | Spoglio della sua Maestà | E che graziosamente si degni di dirmi: | «Sono io, mi hai riconosciuta!» (p. 251)
Bibliografia
[modifica]- Catherine Clément, Il valzer incompiuto (La valse inachevée), traduzione di Sandro Toni, CDE, 1998.
Voci correlate
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