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Charles Caleb Colton

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Charles Caleb Colton (1780 – 1832), scrittore britannico.

Lacon

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  • Ci sono degli inganni così ben congegnati che sarebbe stupido non cascarvi.
There are some frauds so well conducted that it would be stupidity not to be deceived by them. (I, 96)
  • Gli esami sono terribili anche per i meglio preparati, perché il più stupido fra gli stupidi può fare domande a cui il più saggio fra gli uomini non è in grado di rispondere. (I, 322)
  • Gli uomini nascono con due occhi ed una sola lingua, quindi per ogni cosa che dicono ne devono vedere due.
Men are born with two eyes, but with one tongue, in order that they should see twice as much as they say. (I, 76)
  • Il genio, per un verso, è come l'oro: un'infinità di persone che non ha né l'uno né l'altro, non fa che scriverne.
Genius, in one respect, is like gold: numbers of persons are constantly writing about both, who have neither. (I, 395)
  • Il silenzio è stupido se siamo saggi, ma saggio se siamo stupidi.
[...] it [silence] may be foolish, if we are wise, but wise if we are foolish. (Prefazione, iv)
  • L'amicizia è un po' come la salute: se ne apprezza il valore solo quando la si perde.
True friendship is like sound health, the value of it is seldom known until it be lost. (I, 295)
  • L'applauso è lo sprone delle menti forti, il fine e lo scopo di quelle deboli. (vol. I, n. 324)
  • L'imitazione è la più sincera delle adulazioni.[1][2] (vol. I, n. 217)
  • La critica è come lo champagne: non c'è niente di più ributtante quando è cattiva, niente di più delizioso quando è buona.
Criticism is like champagne: nothing more execrable if bad, nothing more excellent if good. (II, 122)
  • Nessuno ama tanto i segreti quanto chi non ha intenzione di mantenerli. (vol. I, n. 40)
  • Quando non hai niente da dire, non dire niente. (vol. I, 1820, n. 183)

Note

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  1. Citato in Elena Spagnol, Enciclopedia delle citazioni, Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894
  2. Spesso erroneamente citata come "L'imitazione è la forma più sincera di adulazione". Erroneamente attribuita anche a John Garland Pollard: la sua opera Connotary contiene, infatti, anche citazioni di altri autori.

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